Parole in circuito – Fatti non parole -4 - Antologia Nuovi Fermenti Poesia
RIPROPOSTA – Fermenti Editrice – Roma – 2010 – pagg. 153 - € 18,00
(note critiche sui testi di Domenico Cipriano, Stelvio Di Spigno, Francesco Filia e Antonio Fiori) –
Domenico Cipriano
Una materica atmosfera paesaggistica pervade queste poesie di Domenico Cipriano intitolate I luoghi, il tempo nello spazio ; in questi componimenti è presente la forza dirompente delle stagioni nei loro respiri e vengono detti i paesi che potrebbero essere quelli a lui cari della nativa Irpinia, poesie di luoghi anche in sogno o visione, quando la scena descritta si dilata nell’occhio dell’io-poetante:-“/… sembra S. Paolo del Brasile, ma da voi/ i valloni si aprono ai bordi del paese/ poiché la roccia è salda al centro/ e le case disegnano un anfiteatro per lo spettacolo senza spettatori/-“. Nei paesaggi di Cipriano, che sono anche mentali, molto importante e frequentemente descritta è una natura animata fatta di rami, alberi, campi e anche cani. Quello di Cipriano è un microcosmo che ha qualcosa di pascoliano anche se, come si è detto, il paesaggio si apre su altri luoghi:-“Mi volto sulla vallata/ e divento feritoia/ su S. Paolo del Brasile/ col mondo sopra i miei occhi/ e io sopra ogni pensiero”-/ In questa silloge troviamo molte poesie caratterizzate da chiarezza pur essendo articolate internamente e caratterizzate da una forte aggettivazione..
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Stelvio Di Spigno
Si avverte nella silloge Lo spazio animato negli anni il dipanarsi di una poesia che fluisce spesso in ininterrotta sequenza e il versificare del giovane poeta prosegue per un accumulo di immagini. Nelle poesie di questa silloge il versificare è caratterizzato da una chiarezza, diversamente dalla maggior parte della produzione del nostro: questo non per dire che queste poesie di Di Spigno siano semplici né tantomeno elementari: invece ci troviamo di fronte ad un poeta già maturo che sa creare anche delle zone d’ombra nella sua poesia veramente suggestive con uso talvolta sapiente delle metafore e delle sinestesie senza il minimo sforzo. Anima, il componimento iniziale della silloge, si risolve in un respiro senza uso di punteggiatura. Nella composizione Interno domestico aleggia un senso di morte, a partire dal primo verso:-“Osso ripulito dal tempo…”; qui l’osso è lo stesso simbolo della fine ed è l’osso stesso a desiderare il poeta per dare senso ad una inesorabilità della vita.
Francesco Filia
Le poesie che Francesco Filia ci presenta per questa antologia possono essere suddivise in due sezioni: il poemetto Traslucido e delle poesie sparse: cifra che domina le sezioni è una trasparenza notevole, del resto traslucido significa trasparente. In tutte le poesie che l’autore ci presenta si ritrovano dissolvenza e sospensione.. Traslucido è un poemetto costituito da molti frammenti brevi e i suoi versi sono diafani e verticali: c’è nel tessuto linguistico un procedere in lunga ed ininterrotta sequenza, un fluire barocco del discorso in un unico respiro, come di fluire di torrente. costituito da acque limpide e scroscianti.. E’ forte, costante la presenza della natura, una natura surreale e metafisica. come anche esiste, in tutto il poemetto, una forte dose di corporeità, in un presunto rapporto tra un uomo e una donna. Notiamo la presenza di un “tu”, al quale il poeta si rivolge, un “tu” presumibilmente femminile, rappresentato dall’amata, di cui ogni riferimento è taciuto.
Antonio Fiori
Antonio Fiori ci presenta due brevi sequenze poetiche, intitolate Forse profezia e Missioni. I componimenti di Forse profezia. sono costituiti da quartine libere. C’è, nei componimenti di questa sequenza, una dose di fisicità, corporeità e anche carnalità. La cifra distintiva, che riscontriamo in queste composizioni, è proprio quella del corpo che si fa strumento di conoscenza ed è presente un sentire con il corpo, attraverso il corpo, che diviene una cosa sola con l’anima. I versi del poeta sono caratterizzati da una grande musicalità, raggiunta anche attraverso il ritmo sincopato e, generalmente, queste poesie sono permeate da una grande visionarietà. In alcune di queste composizioni c’è un “tu”, al quale il poeta si rivolge, un “tu” che resta indefinito. Tutte le poesie della silloge sono senza titolo; la prima poesia di Forse profezia ha un tono vagamente programmatico e ha inizio con il semiverso di Costantino Kavafis Ricorda corpo; in questo componimento c’è il tema del ricordo
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Raffaele Piazza
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