"Primavera a Baratti"
Bufere d’acqua, di vento
una sarabanda di follia
ha sconvolto il golfo.
Ferite profonde, alberi
abbattuti, radici contorte
sospese nell’aria,
ai margini della necro
poli sepolture scoperte,
frane dalla collina
hanno dissepolto
la città dei vivi,
a Populonia.
Armenti di nubi bianche
guidate dai raggi
al tramonto, si dirigono
verso l’Acropoli,
sulla spiaggia la posidonia
strappata dal fondo del mare
profuma di pungente salmastro.
La Primavera sta per aprire
il suo mantello di fiori,
Marta e Anna sono
di nuovo padrone
della spiaggia: Marta
compone un tappeto
di ciottoli, pezzi di rossi
mattoni, di neri rosticci
dai forni di fusione
degli etruschi, Anna scrive
con una canna sulla sabbia
bagnata, le ultime
parole che ha imparato.
Lancio, felice, nell’acqua
sassi piatti, levigati
dal mare, alla ricerca
di un tiro da cinque rimbalzi.
Avverto nell’aria la presenza
di Turan, la dea etrusca
dell’amore, della rinascita.
*
Roberto Mosi, aprile 2016
Nessun commento:
Posta un commento