domenica 17 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = SERGEJ ZAV'JALOV

Sergej Zav’jalov – Il Digiuno natalizio--Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 147 - € 18,00

Sergej Zav’jalov ha al suo attivo numerose pubblicazioni e prestigiosi riconoscimenti, tra i quali: il Premio Andrej Belyj nel 2015 e a Pistoia il Premio Ceppo Internazionale Piero Bigongiari nel 2016..
“Il Digiuno natalizio” presenta un’esauriente prefazione di Paolo Galvagni. E’ stato pubblicato con il contributo della Fondazione Marino Piazzolla di Roma, diretta da Velio Carratoni. Il libro è scandito nelle seguenti sezioni: Tra i denti (2006-2007), Quattro buone novelle (2008), Il Digiuno natalizio (2009) e Cantate sovietiche (2012-2015). E’ inserita a fronte la versione in lingua originale.
Si deve sottolineare che le tematiche affrontate dall’autore in “Il Digiuno natalizio” sono spesso relative a fenomeni estremi, a volte epocali, come il terrorismo, l’Olocausto e la Seconda Guerra Mondiale. Altri motivi ispiratori sono la cultura mordvina, con un testo che rappresenta una sorta dei “Quattro Vangeli mordvini” e lo scontro tra la teoria marxista e la realtà implacabile della storia sovietica, raffigurato attraverso un ciclo di monologhi tragici. Poetica al massimo grado antilirica, quella di Zav’jalov. Non a caso ha dichiarato che la poesia lirica accanto alla musica accademica è forse la più fragile e inerme tra tutte le manifestazioni dell’intelletto umano. Quello che colpisce e coinvolge il lettore è la capacità creativa multiforme dell’autore, che, attraverso una personalissima sperimentazione, riesce a produrre testi che hanno un impatto fortissimo con il pubblico, grazie all’efficace dose di empatia che riesce a trasmettere tramite i numerosi flussi di coscienza e i brani descrittivi che entrano in gioco.
La cifra essenziale dei poemi, insoliti e apparentemente incomprensibili, è la loro essenza sinfonica Infatti sono costituiti da varie voci, estranee e diverse. Poesia civile e politica che si rivela in modo unico nel panorama attuale, anche per la grande carica dissacratoria e la crudezza.
Il poema eponimo Il Digiuno natalizio ha per argomento l’assedio dell’esercito nazista contro Leningrado nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un’opera composita e articolata con vari livelli di scrittura che s’intersecano ed è definibile come un collage di frammenti sottesi ad una grande armonia. L’opera è suddivisa in sette parti corali, ognuna delle quali ha per titolo una data tra il 1941 e il 1942. Per esempio il primo segmento è intitolato 29 novembre 1941, sabato. Da notare che, nella tradizione ortodossa, “Il Digiuno natalizio” viene prima del Natale (7 gennaio) e ha la durata di 40 giorni, dal 28 novembre al 6 gennaio.
Il poeta coglie nel segno attraverso le atmosfere create tramite una particolareggiata ambientazione storica che ci riporta alla memoria l’atrocità e l’insensatezza della guerra, come quando viene detto, in un brano narrativo, che il nemico ha lasciato sul campo di battaglia più di cinquemila uomini nei combattimenti per la liberazione di Rostov. Inoltre ognuna delle sequenze, nella sua originalità, si apre con Il meteo, uno scritto tecnico, nel quale sono accuratamente delineate le condizioni atmosferiche a Leningrado in quel giorno. Inoltre, sorprendentemente, l’autore fornisce un risvolto mistico nelle vicende narrate, quando vengono detti i santi relativi alla prima settimana del “Digiuno natalizio” e la regola monastica riguardante l’alimentazione, giorno per giorno, durante la settimana. La suddetta vena religiosa è coinvolgente e sorprendente in quanto già nel 1941 e fino alla caduta del muro di Berlino e del comunismo sovietico, la pratica della religione era vietata in URSS. Ad accrescere il senso di una presunta ricerca della trascendenza sono riportati due righi in grassetto in latino del Magnificat, cantato nella funzione mattutina. Nell’orchestrazione globale della sequenza, fondamentali, per il tema stesso del digiuno, il brano Le tessere dei viveri, nel quale sono riportate le definizioni dei tagliandi delle razioni alimentari in tempo di guerra per il pane, i cereali, i maccheroni, il pesce,
Seguono degli inserti che riportano i pensieri di vari interlocutori in prosa o in prosa poetica, inserite in contesti spesso riguardanti la quotidianità. L’autore utilizza, nel delineare le serie delle voci, un procedimento vario e affabulante, nell’esprimersi con quelle che si potrebbero definire delle didascalie accostabili a quelle di una sceneggiatura. Tali ripartizioni del discorso sono precedute da frasi brevi (Io ho detto, Tu hai detto, Egli ha detto, Lei ha detto, Voi avete detto, Loro hanno detto e E abbiamo cantato la funzione mattutina) e fanno crescere il senso di mistero e sospensione.
Un’atmosfera arcana e magica si crea complessivamente nel testo e il dolore controllato è attenuato nella descrizione di una nevicata maestosa al tramonto con i fiocchi che cancellano i segni dello spazio, le linee che scompaiono, la perdita delle ombre e l’affievolirsi dei suoni. Le altre parti de Il Digiuno natalizio hanno la stessa struttura e l’opera globalmente può essere considerata un ipertesto.
La poetica di Zav’jalov risente profondamente in senso diacronico di un passato russo incancellabile. Si apre il poeta alla bellezza in commistione con il mero dato storico e potrebbe aprire una strada da seguire nel panorama odierno della poesia non solo russa.
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Raffaele Piazza

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