Giulio Marchetti – Apologia del sublime--Poesie 2008 - 2014-- puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 – pagg. 143 - € 14,00
Giulio Marchetti, autore del libro di versi che prendiamo in considerazione in questa sede, ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: “Sogno della vita”, 2008, “Energia del vuoto”, 2010 e “La notte oscura”, 2012. Ha vinto numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali e vari critici si sono occupati della sua poesia.
“Apologia del sublime” raccoglie le suddette tre raccolte edite e la raccolta inedita intitolata “Disastri” e presenta una postfazione di Alessandra Paganardi.
Nelle intenzioni dell’autore, come si evince dal titolo dell’opera, la sua poetica vuole essere una consapevole difesa del bello o del grande al grado più elevato. Infatti una stabile tensione verso l’indicibile è la cifra caratterizzante del discorso del Nostro, indicibile come invisibile punto di passaggio tra detto e non detto.
Non a caso una vena speculativa, nel ripiegarsi delle frasi su se stesse, connota il poiein di Marchetti, che compie una riflessione spesso intellettualistica tout - court su quelli che sono i campi esistenziali che riguardano qualsiasi persona, in particolare sul tema dei sentimenti.
Una matrice filosofica esistenzialistica connota la poesia di Giulio complessa e spesso coscientemente oscura, ma che non sfiora mai l’alogico, anche se sono frequenti accensioni e spegnimenti, che hanno un tono vagamente neolirico e danno luce e bagliori improvvisi al discorso denso e complesso dell’autore.
I componimenti sono concentratissimi e permeati da una riflessione solipsistica ed appare spesso un “tu” al quale il poeta si rivolge, presumibilmente l’amata.
Nelle composizioni si riscontra una forte densità metaforica e sinestesica e dai versi emerge una grande musicalità tramite il ritmo che è serrato e sincopato.
Tutte le poesie sono concentratissime, fornite di titolo e costituite da una sola strofa di svariate lunghezze
Si respira nella lettura, affondando nelle pagine, un’atmosfera di magia e sospensione e ci si trova davanti ad una drammaticità controllata nella scrittura sempre rarefatta, ad esempio quando viene nominato il tema dell’addio.
A volte, quando è protagonista, l’io-poetante cade in un baratro, affondando nel vortice del dolore ma senza mai gemersi addosso, come nella bella poesia Incisto tratta dalla raccolta iniziale Il sogno di una vita, perché c’è sempre una speranza di riscatto.
In Carezze c’è un tenero e sentito erotismo, fatto di sensazioni materiche e luminose nel rivolgersi ad una presenza femminile vagamente “angelicata” della quale ogni riferimento resta taciuto, tranne quello della bellezza splendente.
Una ricerca che a partire dalle tematiche dell’angustia e della perdita sottende la possibilità della gioia, raggiungibile solo attraverso la parola salvifica detta con urgenza.
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Raffaele Piazza
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