Narda Fattori : “Dispacci” – ed. L’arcolaio – 2016 – pagg. 120 - € 12,00 –
Coinvolgere il lettore nell’asse poetico che narra memorie , o incide richiami quotidiani , o raccoglie momenti di illusioni , è la capacità luminosa della scrittura di Narda Fattori.
Le ombre che circondano la nostra figura si stemperano sul volto del padre ,della madre , della sorella , in un canto che riecheggia “simmetriche melodie” , timidamente ascoltate in riflessi melodici, per percorrere, poi, nel ritmo incalzante azzardi e germogli , sussurri e preghiere , traiettorie e meraviglie ,frammenti e misure, che rincorrono profondi ripensamenti e delicate vertigini.
“I Dispacci vanno letti – scrive Anna Maria Curci nella prefazione – come messaggi aperti all’umanità tutta e inviati da una regione ben determinata, ché il paesaggio romagnolo e le sue mutazioni , le sue canzoni < la giravolta armoniosa / di un valzer da balera/ e dei sogni fioriti all’alba > ne sono una parte integrante , permeano il dettato poetico , amplificano i riferimenti letterari , abbracciano la poesia in lingua e in dialetto della seconda metà del Novecento ai nostri giorni , non riducono , ma , al contrario, arricchiscono l’originalità del dire di Fattori che se ne nutre e, traendone nutrimento , non rinuncia a creare.”
Condividere la costellazione mitica dei profili, sopratutto nella resa espressiva, tradotta nel ritmo dei versi , risulta indiscutibile mobilità di affreschi , consegnando alla scrittura una luce che modula , uno stupore che vorrebbe affacciarsi nel grigio dei tempi , un divenire immaginario che trascende la realtà per immergersi nel sussurro. Una luce ricercata , attinta , ricevuta ed accolta che non cambia colori ma si trasforma e viene restituita in un canto moderno ed antico, soave e duro , tra i semi di un girasole e l’esplosione di nuove energie, tra le unghie inaridite e le palpebre bruciate da un addio.
Narda Fattori con accenti vagamente pre ermetici riesce ad annunciare i sentimenti del tempo che fugge e le inquietudini dell’amore concesso nella stagione della maturità.
ANTONIO SPAGNUOLO
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