mercoledì 25 gennaio 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = N. NIKOLAU CHAZIMICHAIL

Nikos Nikolau – Chazimichaìl – Isolamara--- Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 125 - € 16,00

Nikos Nikolau Chazimichaìl è nato a Vassili (Karpassia, Cipro). Esercita l’arte della pittura partecipando ad esposizioni personali e collettive di successo. Ha fatto parte attiva della redazione della Rivista letteraria “Il Cerchio”. Ha all’attivo libri di racconti e di poesia. Sue composizioni poetiche sono state pubblicate in riviste letterarie cipriote e greche.
“Isolamara”, che comprende liriche tratte da “I due mari” (2012) e “Pietramara” con il sottotitolo “Appunti di zattera” (2014), presenta un’introduzione di Crescenzio Sangiglio. Il critico è curatore anche della traduzione della raccolta nella quale è inserito il testo originale a fronte in greco. Si tratta di un libro complesso per i riferimenti ai quali rimanda. Non a caso entrambe le parti sono corredate da note esplicative particolareggiate.
Poetica neolirica tout-court, quella in questione, nella quale sono centrali le immagini naturalistiche idilliache ed elegiache permeate dalla linearità dell’incanto.
Il dettato, connotato da chiarezza e luminosità, è spesso affabulante.
In “Karpassia”, nome che indica una penisola e un’antica città, nell’incipit il poeta afferma che ogni mattina affila la sua memoria e che un coltello in mezzo a mari che sanguinano lo separa in due. Emerge anche un riferimento all’infanzia e ai collegamenti legati alla madre e al padre. In “La Pietra” si evidenziano immagini e situazioni inquietanti come quella della fatica di portare una pietra in mano, del puntare il dito sulla bestia che urla e della preghiera per cacciare l’ignoto maligno della notte.
I brani sono connotati da eleganza di stile e musicalità raggiunti attraverso il ritmo dei versi suadente e serrato.
A livello strutturale c’è da evidenziare che la maggior parte delle liriche è disposta sulla pagina in maniera tradizionale. Al contrario alcune composizioni di Pietramara sono costituite da sintagmi, unità minime giustapposte senza andare a capo, intervallati da segni grafici simili a quadratini.
I suddetti testi, caratterizzati da magia e sospensione, sono frutto di un personalissimo sperimentalismo dell’autore.
La prima poesia della scansione I due mari, breve e fortemente verticale, intitolata Luce, è suddivisa in tre strofe e un verso singolo. Si discosta, proprio per la sua struttura, oltre che per i suoi contenuti, da tutte le altre composizioni che fanno parte di Isolamara. In questo testo l’io – poetante si rivolge ad un “tu” presumibilmente femminile del quale ogni riferimento viene taciuto.
Tematica del componimento pare essere quella di un incontro amoroso inserito in uno scenario di vaga bellezza. Infatti vengono detti i cespi d’ulivo e di cipresso e il vermiglio del melograno che fanno da sfondo alla conoscenza dell’amore, simile ad un’epifania, che si fa luce del mondo intero.
L’autore domina la sua materia e in tutte le composizioni le parole si librano sulla pagina a partire dal primo verso senza il minimo apparente sforzo con leggerezza e allo stesso tempo icasticità.
La forma raffinata e ben cesellata diviene elemento fondante del libro che produce un’atmosfera di armonia e compostezza.
Protagonisti di molti testi sono gli uccelli come il gabbiano, il francolino, il fringuello, il cardellino e il passero. In Sinfonia del mattino, che fa parte de I due mari, Nikos li nomina quando viene la luce e si fa giorno nell’oscuro fogliame degli alberi.
Viene manifestata la gioia dei volatili stessi nell’intonare un canto libero e felice insieme all’esplosione della natura nel loro dirigersi verso un nuovo viaggio nell’ignoto. Pare di ascoltare la loro voce, quasi potessero parlare. Il poeta fa una similitudine tra se stesso e gli uccelli, affermando che, mentre questi sono gioiosi con i loro canti festosi, la sua voce è invece amara e infelice.
Il tema del canto è iterativo nelle raccolte e in Invisibile la voce poetante è quella del ginepro che afferma di cantare tra due mari, immagine suggestiva, e di distendere i rami nel vento. A proposito di piante che parlano viene in mente il poeta francese Ponge, che affermava che sarebbe bello se un albero potesse parlare. Il discorso s’inserisce nella tematica della metafora vegetale.
Cifra essenziale del fare poesia di questo autore è la sua capacità di raggiungere risultati intensi attraverso una parola detta con urgenza avvertita e raffinata. Sospensione e magia sono il risultato che raggiunge spesso con una venatura di dolcezza.
Anche il tema epico è affrontato con scene di battaglie marine e terrestri definite in maniera molto particolareggiata.
In I Ciottoli si realizza un riflettere della poesia sulla poesia stessa quando è affermato che le liriche vagano come i ciottoli del mare, sono materia malleabile che giungono nelle profondità insieme ai battiti del cuore e ai colori dell’amore. Le poesie propagano nell’abisso silenzioso e sono levigate dall’avventura e sono deposte dalle onde sulle spiagge e nella luce. In questi versi il poeta sembra fare una raffigurazione dell’atto creativo stesso, nella sua genesi, dimostrando una forte predisposizione letteraria.
Una molteplicità di temi quella affrontata da Chazimichaìl, tra i quali non manca quello religioso. Nel suo esprimere uno stupore di sogno ad occhi aperti, qualsiasi sia l’oggetto del suo poiein, il poeta sa dominare le sue emozioni e i versi, pur spesso debordanti, sono sempre sorvegliatissimi e controllati nel loro dipanarsi.
Il linguaggio è rarefatto e concentrato, con venature orfiche. Da notare che in larga parte le poesie sono descrittive o espressione dell’effondersi dell’io-poetante molto autocentrato.
Immersione tout-court in un universo composito e visionario è quella che trasmette la lettura di Isolamara, opera non priva di un afflato classicistico.
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Raffaele Piazza





















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