Recensione apparsa in " Nuovo contrappunto"-- ottobre-dicembre 2016---
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ANTONIO SPAGNUOLO "NON RITORNI" (Robin Edizioni,Torino, 2016).-pagg. 120 - € 12,00 -
Dopo Ultimo tocco, il libro pubblicato da Antonio Spagnuolo nel
2015 e da lui dedicato alla moglie da non molto scomparsa, ecco una
nuova silloge di questo poeta, dal titolo Non ritorni, nel quale egli riprende
il suo inquieto e sofferto rammemorare.
Nella prima parte del libro troviamo un poemetto daltitolo Lunghi
murales, seguito da alcune poesie (dodici, per la precisione) che ne
costituiscono come la prosecuzione e il compimento. Ritoma qui il ricordo
della compagna di vita del poeta, il quale ne avvefte dolorosamente
I'assenza e si perde nell'inseguime l'immagine che sempre gli
ritoma alla memoria. "Ora io so cosa d l'attesa oltre la proibizione dei
ricordi / battere le cadenze quotidiane nel riflesso delle assenze / solitudine
custodita con la rabbia di chi d posseduto / dai brandelli e sfbglia
l'ultimo quarto di luna / per la tentazione degli addii".
L'andarnento d dato da un verso dalle lunghe cadenze, al quale
Spagnuolo si affida, trovando il ritmo che gli consente di esprimere
compiutamente 1'urgenza dei suoi sentimenti. Ed d un ritmo che diviene
pii veloce nelle successive poesie: "Strappo con le mie dita
ogni visione / per il grido che soffoca il colore / delle vertigini, nella
mia preghiera, I ma il terrore ha distrutto la parola" (Pupille);
"Quale fondo limaccioso ci conserva 1'autunno / in attesa di un'alba
senza pii.r illusioni" (Ora); "Anche le illusioni hanno nel cielo /
un riflesso d'argento" (Nuvola).
Piii cupo e come perduto nel labirinto di una sofferenza senza
confofto appare al confronto il poemetto introduttivo, alla raccolta:
"Urlo alle stelle il candido risvolto che cone / ai piedi della solitudine,
sgomento ad ogni risveglio..."; "Rosseggia il turbinio al cardine
di quelle lacrime / inchiodate alla sterile guancia...". E cid benchd
al fondo sempre viva come l'ombra della speranza di una rispondenza
d'anime: "E tempo che io raggiunga altri spiriti I per raccontare
meraviglie del passato".
Mentre dunque per lo piir nel poemetto la parola poetica si fa irta
e difficile diventa inseguirla nei suoi peripli di pena, nella seconda
parle del libro, Memorie, il dire di Spagnuolo diviene maggiormente
disteso, in un monologo assiduo (che nel profondo del suo
animo d un vero e proprio dialogo) con la donna amata.
Nelle poesie di Memorie infatti sempre urge e strazia il dolore
dell'assenza, ma s'avverte come un dire piir pacato, quasi il poeta
abbia trovato un suo nuovo equilibrio tra I'urgenza dei pensieri e la
loro espressione: "Lasciami ancora uno sguardo / nei giorni in cui
non trovo piir parole / ed il mio passo ricorda i fili d'erba / che intrecciavano
dita, nude per colori" (Sguardo); "Ogni ritomo ha il sapore
del mare, / ma tu non tomi, sei ansia / che di nascosto adombra
il mio respiro" (Forme); "Hai lasciato l'incanto di armonie / in questo
girotondo d'ombre" (Ocra).
Naturalmente anche in queste poesie della seconda parle della
silloge s'aflacciano i momenti nei quali piu brucia l'addio e il dolore
piir tormenta ("Vivere ancora un amore che grida I'assenza, / l'assenza
del tuo corpo, il vuoto delle tue mani", Stagioni): ma la soflerenza
d qui espressa generalmente con minore rugenza e con maggiore
distacco, quasi il tempo cominci a placare almeno in parte
l'animo del poeta e I'induca a considerare il suo affanno con un nuovo
sguardo e con un rammemorare pii sommesso: "Andavi nelle
stanze tra i riflessi del sole / a portare le ultime magnolie / e rallegravi
pareti" (Fumo);"Vorrei parlarti di quel1e primavere / che ci videro
al mare" (Parole); "silenziosa nella sera mi accornpagni" (Nel-
Io sera); "Una luce cosi intensa era il tuo sguardo" (Lttce);"Le on'
de e gli scogli hanno fughe d'amore" (Onde); "Gioco nell'ora che
imbruna contro I'eternitit" (Abbaglio); "Se l'amore resiste oltre la
morte tu lo sai" (,Se omore); ecc.
Infinite sono le variazioni che Spagnuolo sa trovare al suo tema'
sempre rinnovandole e sempre riprendendole con novitd di accenti:
il che d indice della feconditir della sua vena
L'ultima poesia, quella che pona il sugello al libro, Chimera, nasce
da un soprassalto dell'animo del poeta, che riandando al passato
s'interroga: "soltanto una chimera? Sessant'anni / svaniti al volgere
di uno sguardo / quasi per gioco, schiocco di frusta, i nel bianco
consueto della luna, / perla del dubbio inaspettata"
C'd qui lo stupore e lo sgomento, umanissimi' per la fuga del tempo
che tutti disperde in un soffio i doni preziosi della vita; ma c'd al
contempo. al di ld di tale stupore e di tale sgomento, la consapevolezza
di quanto preziosi fossero quei doni che in un attimo sono svaniti,
lasciando tuttavia il ricordo del loro incomparabile bene. Ed e per
questo bene che Spagnuolo ancora scrive i suoi versi d'amore.
Elio Andriuoli
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