RASSEGNA A “DELLA PERDITA DELL’ALA” di GIULIANA LUCCHINI
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Con “Della perdita dell’ala”, edito nel 2016 per i tipi de La Cromografica di Roma, la poetessa Giuliana Lucchini implementa la sua già notevole produzione poetica che annovera, fra le opere principali, “L’Ombra gestuale” (2011), “Donde hay mùsica” (2012), “Amare” (2013), “Solas Luce” (2016).
Volume dalla veste grafica elegantissima, impreziosita dalle immagini dell’artista Marta Maria Olga Bochicchio, già una rapida scorsa alla rubrica dei testi poetici offerti al lettore, rende edotti della densità concettuale, meglio filosofica, che ne innerva le pagine.
Titoli quali “Principio”, “Inizio”, “Terra”, “Mondo”, “Bellezza”, “Amare”, “Corpo”, “L’infinito”, “Lutto”, “Morire”, “Ascesa”, “Dio”, paiono tracciare l’itinerario umano e spirituale di ogni individuo, ripercorrendone, nei passaggi essenziali, la trama esistenziale di nascita, compimento e ri-nascita ad una dimensione superiore.
Esistenza che viene poeticamente compitata non secondo una traiettoria banalmente lineare ma nella sua irriducibile circolarità, ove ciò che è iniziante e ciò che è concludente si ammicca, si allude, si incontra, si confonde, si compone.
Non per un caso la poetessa ci rammenta, aprendo la silloge, “dove comincia, anche / finisce ogni parola / d’amore”; in maniera quasi programmatica, nel chiudere il brano “Inizio” (pag. 13), la poetessa ha cura di ricordare che “Ogni fine è l’eco di un inizio”; prendendo a prestito, a pagina 46, T. S. Eliot “The end is where we start”.
La prospettiva prescelta è quella dell’Angelo, protagonista della raccolta ma anche, forse, allegoria del Poeta, di un determinato fare poetico che si colloca nel crinale impervio tra umano e oltre-umano.
Chi è l’Angelo? Nella tradizione giudaico – cristiana l’Angelo è il ponte tra l’uomo e il divino: emissario di Dio presso l’Uomo, dell’Uomo è il più fido custode.
L’Angelo è intelligenza, è grazia incorrotta latrice di purezza (“Dice l’angelo del candore: ‘Questa è la terra dell’amore’”, in Piangendo, pag. 34), è sostanza eterea danzante (e le ballerine effigiate nel testo dalla Bochicchio ben ne sono la specchiatura umana), è spirito del divenire (“Entità d’angeli, anima dell’accadere”, in Celti, pag. 18).
L’Angelo, mai appreso fisicamente dalla miopia umana (“Hanno ombre che non si vedono / non li conosciamo, chi sono mai / (la luce divina non ha forma da visualizzare)”, in Amati, pag. 53), dell’uomo è alleato operoso e indefesso (“Per farti ordine in stanza l’angelo / mette tutti i tuoi libri a pila / sul pavimento, e ti ci pianta in mezzo / un bulbo narciso che fiorirà”, in Stelo, pag. 55).
L’Angelo presidia la convivenza umana (“Angeli di città tumultuose, con ali aperte / a guardia dei ponti, sopra Berlino, / Roma, Parigi, o altri sopra grattacieli, / tutte le città moderne, e New York.”, in Stella, pag. 51). All’Angelo guarda l’uomo come esempio inimitabile (“Per diventare angeli, / il difficile è morire”, in Morire, pag. 22), talvolta certuni sublimi uomini divengono incarnazione di angeli (Lutto, pag. 38), ad ogni uomo è dato di essere angelo (“everyman’s an angel”, nella citazione di Alan Ginsberg).
Come non vedere, negli affreschi della Lucchini, la simbiosi angelo – poeta? Il ruolo di nume tutelare, di fiaccola, affidato al poeta e al suo poetare?
Nota particolare merita lo stile della poetessa.
Il verso, nella silloge, si fa essenziale, alieno da voluttà linguistiche fini a se stesse, ma al contempo procede melodico, fluendo leggiadro e morbido come un adagio di Chopin; quel Chopin che dà il titolo alla poesia, a pagina 81, a chiusura della raccolta praticamente, quasi a suggellarne lo spirito lirico che ne costituisce la preziosa filigrana.
Verso che, nella elegante officina poetica della Lucchini, riesce a coniugare con garbo e mestiere la citazione dotta – la cui abbondanza ben rivela, ad un tempo, e la cultura della Lucchini e la preferenza di quest’ultima per l’esperienza anglosassone – con il gusto intimo, quasi etimologico verrebbe da dire, della parola.
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Giovanni Rempiccia
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GIULIANA LUCCHINI è nata a Fivizzano (MC) il 27 maggio 1929 ed è deceduta il 10 marzo 2017 -
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