Loris Maria Marchetti – "Il laccio, il nodo, lo strale"---Achille e La Tartaruga – Torino – 2016 – pag. 53 - € 8,00
Loris Maria Marchetti, torinese di residenza e di studi, dal 1976 ha pubblicato numerose opere poetiche, volumi di racconti ed elzeviri, saggi su argomenti letterari e musicali per lo più otto – novecenteschi (e con particolare riguardo alle relazioni degli scrittori con la musica), ricevendo importanti riconoscimenti. Dal 1989 dirige la collana di letteratura “La linea d’ombra” per le Edizioni dell’Orso di Alessandria.
Da notare che nella Nota l’autore ringrazia Francesco Petrarca per avergli fornito la materia verbale per il titolo complessivo del libro che è “Il laccio, il nodo, lo strale”.
L’opera, che sostanzialmente può essere letta sia come un canzoniere amoroso, sia come una serie di riflessioni sulla capacità d’amare stessa, è tripartita nelle seguenti sezioni: “Fotocronaca di un amore”,” Amore ancora” e “Spreco d’amore”.
Leggendo i componimenti della prima scansione sembra quasi di contemplare delle fotografie fatte di parole.
Il tessuto linguistico delle poesie è connotato da chiarezza e il tono è colloquiale nel realizzarsi di un’armonia formale attraverso i sintagmi che costituiscono immagini avvertite.
C’è un tu al quale il poeta si rivolge che, ovviamente, vista la materia trattata, è quello dell’amata, della quale vengono detti vari riferimenti.
In realtà, nello svilupparsi del libro, ci s’imbatte non in una singola figura femminile ma in varie donne dette dal poeta, delle quali, tramite il sentimento, avviene un forte scavo psicologico, interiore.
Spesso è affrontata la tematica del passato che viene riattualizzato e rivissuto come provenienza nei versi vibranti e icastici: per esempio in una fotografia della prima sezione il poeta ripensa che stava per fare l’amore nella chiesa di Sant’Apollinare, non con la persona destinataria del messaggio, ma con una bruna nel Sessantotto.
Nello stile dalla vena affabulante emerge spesso la quotidianità delle varie situazioni della vita.
C’è coscienza nell’io – poetante della tipologia spesso utopica dei desideri come quando afferma che gli sarebbe piaciuto prendere casa in via De Togni nel quartiere Magenta e avere un attico traboccante di piante, bambini, animali e risate.
Centrale nella poetica di Marchetti in questa raccolta, il tema del desiderio per l’amata che supera i sensi e diviene cosmico.
Del resto la descrizione dell’amore nelle sue infinite e caleidoscopiche sfaccettature è stato affrontato dal Nostro molto spesso nell’ambito della sua copiosa produzione di raccolte.
Da notare che le figure femminili dette dal poeta sono delle presenze – assenze, delle figure evanescenti, concrete e idealizzate, quasi delle muse ispiratrici.
Si evince dai versi l’acuto percorso di autoanalisi compiuto dall’io – poetante nel suo trasmettere al lettore i resoconti sui suoi innamoramenti e sui suoi amori e se, incontrovertibilmente l’amore fa soffrire può provocare anche una felicità indicibile e i lettori possono facilmente identificarsi con il poeta.
Emerge velatamente anche un aspetto mistico dell’amore stesso:-“…/è amarti veramente/ l’anima del tuo corpo/…”.
Loris sa essere anche ironico, soprattutto in alcune composizioni brevi che sembrano epigrammi.
Frequente la tematica del viaggio con descrizioni di numerose affascinanti località italiane ed estere che fanno da sfondo agli attimi magici degli amanti in un notevole libro che rimanda ad Ovidio e alla sua “Ars amandi”.
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Raffaele Piazza
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