martedì 15 agosto 2017

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Ferragosto senza Mirta Rem Picci" (morta suicida il 17/7/2017)

Un anno fa, Mirta, per telefono rosa
pesca ci sentivamo prima dell’
incontro di gennaio del nevaio
il mese. Villeggiatura laziale
per te, Napoli sempre Napoli
per me. Lieta andavi al
supermercato. Facevi i bagni
della termale gioia a entrare io
nella tua vita (ora vado a bere
chiamami tra un’ora). Tua madre
e tua zia a stellarti nel senso
buono del domestico profitto.
Eri serena non ci pensavi a morire.
Ci sentivamo solo prima dei 4
incontri del 2017. Sana mi rispondevi
poi ci vedremo e ci siamo visti.
Chiedevo a Dio di perdonarmi
i pensieri per te, Mirta, così bruna
e così donna. Le tue ceneri, Mirta,
eppure una voce, una presenza
di te ineffabile, mi dice che mi
sei ancora più vicina e m’inviti
a non avere paura.
*

"Un po’ del mio tempo migliore con Mirta Rem Picci"

L’auto segue una scia di resurrezione
(è gennaio del nevaio il mese)
arrivo al cancello dopo sforzi per
giungere alla meta di materica gioia.
Ti ho telefonato con il cellulare
per il percorso nel giorno dell’Epifania
che è vita. Mi hai gettato il filo
d’Arianna e sono giunto. Sei felice nel
vedermi, Mirta, così come ora che
la tua anima mi è accanto nel folto
dello studio. Bruna e sexy come una donna
leggi sul divano la quarta di copertina
di “Alessia” a donartelo trepido. Poi
mi hai portato nella tua camera e mi
hai mostrato i tuoi lavori di architettura
al monitor. Dovevo andarmene a mezzogiorno
e invece mi hai invitato a pranzo
il giorno della fredda luce. Abbiamo
passeggiato in della villa il giardino
e hai colto un’arancia e ho lanciato
un ramo al cane e mi hai donato la fortuna.
Poi il sonno senza sogni e il risveglio
e il tuo invito a dormire a casa tua.
Ricordo le nostre risate in un soffio
di brina e le ricordi anche tu, Mirta.
*

"Ti ricordo, Mirta"

Tu, Mirta, nel desiderare
la tua sorgente anche
nella sensualità di luglio
e le tue parole nel giocare
alla vita. Donna dei boschi,
prostrato dal dolore davanti
alle tinte della tua fotografia.
Più matura di prima ti
definivi nel toglierti la fisicità
ma non l’anima.
Ti ricordo, Mirta, sorella, amica,
icona dei momenti perfetti,
anima di stella a sussurrarmi
a cose fatte questa poesia.
*

"In viaggio con Mirta"

Ora ci sei più di prima
sull’autostrada per Viterbo
nel guidare sicura come
una donna. Ti siedo accanto
e ridiamo dei tuoi segreti
benedetta innocenza,
verginità morale. Siamo
arrivati ai bagni termali
e ci immergiamo nelle
sulfuree acque che fanno
bene, Mirta, perché ancora
esisti. Poi nella tua villa
enorme leggiamo poesie
e mi dici come si pronuncia
Alessia in francese. Sempre
più amici affermi con gioia
come quella dell’erba azzurra
di mistico cielo nel dedicarti
questo sogno ad occhi aperti
ora che non posso più
telefonarti o dividere con
te il pane della felicità.
*

"Mirta ancora vicina"

Anima di luna, tu Mirta
nelle cose aurorali ancora
mi parli e mi dici di non
avere paura. Abbiamo attraversato
il sentiero azzurro della vita
la tua villa faro per me
per la nostra connivenza.
Sei volata via dal terzo
piano della Reggia e hai
aperto in me la ferita.
Ora passano i giorni
senza te e non si ricompone
l’affresco del tempo che nelle
nostre risate si fermava
nella gioia.
Grazie per avermi dettato
questa poesia.
*

"Di Mirta il dono"

Mi hai donato, Mirta,
della tua anima il libro
(quello che volevi
e non avevi). Ridevi
anche il giorno prima
del gesto, pareva che
nulla ti mancasse.
Desideravi il vero
amore oltre il sesso,
Mirta sorella, l’uomo
della tua vita e un figlio.
Ora mi sei accanto,
Mirta, innocente e
mentre scrivo mi sorridi.
*

"Mirta nelle acque del cielo"

Ti vedo nuotare, Mirta,
nel fiume del paradiso
che hai raggiunto, ancora
così bruna e così donna.
Non hai rimpianti per la
valle che hai lasciato
né per noi che rimaniamo
nell’esilio. Acque fresche
per te che fortuna attiri
per chi ti nomina dopo
il tuo suicidio. Non avevi
peccati e sei stata presa
a braccia aperte. Ti vedo
nuotare nelle acque del cielo,
Mirta, invidiata e fraintesa
qui sulla terra. Adesso
mi disseto a un rigo della
pena che ho per te, Mirta,
che te ne sei andata,
unica amica nella ressa dei
giorni di quando mi traevi
da tutti della vita i labirinti.
*

"All’unisono con Mirta"

Annulla le distanze, Mirta,
l’amicizia nostra. Tu nell’
altrove per altri del tuo flamenco
passi, io mentre scrivo.
Ancora all’unisono le risate
nostre, la connivenza, l’eccitazione
sintomo d’amore.
Mirta, è tutta da ricominciare
la vita in versi e non in versi.
A non avere paura m’inviti, Mirta,
e a credere nei sogni,
vedi, parlano anche del tuo giardino
gli alberi svettanti.
*

"Mirta sorgente viva"

Dove sei ora, Mirta, inter animata
a mari freschissimi dove nuoti
sei nella grazia che cercavi
in terra e non trovavi. E te
li ha dati Dio, oceani sicuri
dove t’immergi e ti fai sorgente
di parole, queste parole.
A me che sono rimasto dici
di non temere questo nulla
di vita che è bella come
un paleocristiano in una chiesa
affresco, tinte pastello ad entrare
nell’anima. Non mi manchi,
Mirta, perché ti sento ora più
vicina di quando mangiavamo
insieme. Sento che adesso sei
felice come una donna e lavori
e stai con tuo padre e Massimo.
Serena senza peccati mi apri
alla gioia il varco, Mirta.
*

"Mirta oltre il nulla"

Il nulla, ma ad emergerne
tu, Mirta, viva più di prima
di essertene andata per
tua scelta di dolore. Ma, adesso,
mi sei accanto mentre scrivo
e mentre lavoro dolce e ridente
sinuosa e sensuale
come quando mangiavamo
insieme la vita o mi invitasti
a dormire nella tua villa:
era gennaio e il rimpianto
della purezza tua e del freddo
mi entra nell’anima nell’estate
torrida e mi insegna l’arte
di recitare la vita se non è
nuotando esistere.
Mirta, ora che sei morta suicida
a 44 anni, se alzo lo sguardo
ti vedo sorridere nell’azzurrità
e non è finzione.
*

"Nuvole e Mirta"

Quella che sto osservando
dallo studio ha la tua silhouette
e sembra nel suo panneggiare
di neve, Mirta, che sei di nuovo
tu figura celeste danzante
il tuo flamenco. Nell’inalvearsi
il mio pensiero mi congiungo
all’anima tua volata via,
e leggo in te tanta gioia dopo
del suicidio il dolore.
Ti ha presa Dio, mi dici, e non
rinunci alla felicità e in infiniti
spazi fai l’architetto e stai
con Massimo e tuo padre.
Ora nessun luogo è lontano
e ti tendono le mani le stelle
dietro le nuvole, Mirta.
*

Raffaele Piazza

1 Commenti:

Alle 20 agosto 2017 alle ore 07:31 , Blogger norise ha detto...

Poesie molto delicate e commoventi per l'amica Mirta suicida. Ella, afferma deciso il poeta, è viva più di prima, essendosi soltanto spogliata del peso del corpo. I giorni trascorsi insieme restano impressi per sempre nel cuore del Nostro, prezioso ricordo di una stagione felice.

 

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