Angela Caccia : “Accecate i cantori” – Ed. Faraeditore -2017 – pagg. 80 - € 10,00 –
Il canto che sprigiona la poetessa ha gli accenti musicali che nel ritmo affrontano le vertigini del quotidiano e ricamano gli orditi delle sorprese , mentre il tempo rievoca memorie o affronta illusioni che l’attesa dipinge. Sospensioni e ricordi, interrogazioni e tensioni affiorano in metafore e sedimenti, che rendono il verso stemperato e plasmabile , ricco com’è di sentimenti e di cultura.
“Dovrei seminare più ottimismo / su questa mia distesa di pelle /invece di spulciarla in cerca di oscuri presagi, / mieterei la saggezza di un corpo che / già conosce il suo epilogo/ - un modo come un altro / per convincersi al bene di invecchiare./ Spetterà a queste mani / una volta eleganti pantere / la flemma dei gatti appassiti al sole ,/ a ogni ruga / la preziosa memoria di un aedo/ ma confido nelle segrete indulgenze/ della vecchiaia / - mia madre sconfinò in dolcezze di nebbie / né pianse più come un peccato il domani/ che giunse in un oceano di piccole onde.” Spontanea la narrazione in una operazione linguistica che rappresenta livellamenti in un vero e proprio crescendo di segni. Così , in modo naturale e spontaneo , si riesce a saldare riferimenti e figure , inserti ed esplosioni , mediazioni e spartiture, con la concretezza di una originale scrittura. Angela Caccia ha il tocco della cromaticità e negli intervalli brevi lascia indugiare nascondigli d’argento e specchi di porpora , opali e iridescenze quali inattese urgenze e primaverili immersioni .
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ANTONIO SPAGNUOLO
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