Luana Fabiano : “L’autunno negli occhi” – Ed. Lebeg – 2018 – pagg. 60 - € 10,00
Con una prefazione impegnativa di Caterina Verbaro , che introduce sapientemente ad una lettura attenta e disincantata dei testi , Luana Fabiano si cimenta a tutto tondo in una ricca sinfonia lirica , impegnata in una coerenza linguistica che non si interrompe durante tutto il tragitto ricamato. Le tre sezioni : “Di uomini, alberi e foglie” , “Profugo è questo tempo”, e “ I figli della guerra” esprimono in effetti un’unica forza d’immaginazione sottesa nelle pagine scandite nel dettaglio e nella metafora.
La quotidianità si esprime nella percezione continua ed immanente dell’altro, negli eventi che aprono il racconto , le memorie , i desideri , gli accorgimenti che modificano afflati , il ritrovamento delle immagini , la ricerca della possibilità. Il paesaggio mostra colori , la malinconia scava nell’intimo , il sussurro intesse preghiera , l’infinito accarezza l’amore , il sogno nasconde illusioni.
“Una doppia valenza connota il discorso poetico di Luana Fabiano (in prefazione): da una parte quella di un dialogo intimista con la natura, chiamata a testimone e interlocutrice del proprio flusso interiore di percezioni e pensieri, dall’altra una vena civile. Non si deve tuttavia pensare a una modalità doppia di discorso, perché quello che appare più notevole di questa voce poetica è proprio la sua coerenza monolinguistica, l’identica malinconica passione che scorre da un punto all’altro dei suoi diversi componimenti.”
Ogni possibilità di relazione con la natura ha la sua chiave che sottolinea lo stile composto ed equilibrato che la poetessa sottende : il canto del melograno in sottofondo , il profumo del pane che non riesce a saziare , il tragitto della lumaca dalla bava appiccicosa . La memoria incide nel tempo socchiuso all’animo incerto , ed il tempo sorprende il richiamo . Una poesia che ricuce sentimenti in forma di evenienze, di situazioni , di presenze , per narrare un codice che appare del tutto personale.
ANTONIO SPAGNUOLO
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