- I -
La posa degli aggettivi trova
spesso terreno in poesia
Di rado fa luce
quando si dovrebbe ascoltare
il rumore dei passi
Qualcuno mette a fuoco il soggetto
lo estrapola dal contesto
lo tiene in pugno come una lucertola
catturata in sala da pranzo
A me interessa la coda che si è staccata
non il moncone che ricrescerà più scuro
*
"Polcevera"
Quale scempio fanno gli occhi
quando guardano le periferie
lasciando i corpi senza meta
Il paradiso dei selfie
cementa sguardi felici
E tu lo chiami deserto del vivere
tra una partita e un funerale di stato
non ci sono ponti che uniscono
*
"Divertissement"
Quell’uomo prende in mano i piedi
e li ammaestra per camminare
sulle nuvole non si preoccupa
di lasciare una minima traccia
La terra è affamata d’aria.
*
GIANCARLO STOCCORO
*
Giancarlo Stoccoro (Milano 1963) è psichiatra e psicoterapeuta.
Studioso di Georg Groddeck, ne ha curato e introdotto l'edizione italiana della biografia ("Georg Groddeck Una Vita", di W. Martynkewicz, Il Saggiatore Milano, 2005) e altri saggi ("Pierino Porcospino e l'analista selvaggio", ADV Lugano, 2016; "Poeti e prosatori alla corte dell'ES", AnimaMundi Otranto, 2017). Suo è il primo libro libro che esplora il cinema associato al Social Dreaming (Occhi del sogno, Roma 2012).
Ha vinto diversi premi di poesia e pubblicato numerose sillogi (tra queste: "Consulente del buio", pref. di Giovanni Tesio, L'Erudita, 2017 e
"La dimora dello sguardo", Fara editore 2018).
Cura i blog ladimoradellosguardo.it e ciaksisogna.it
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