“Silenzi”
Rimane solo il silenzio nella penombra,
riconosce i profili ancora incerti,
nelle attese continue di un sussurro
per ritornare ai profumi della tua carne.
Ascolto l’inganno che la sera propone
nell’assurdo trucco della mano sospesa
al vuoto della stanza , in questa vecchia casa
dove tutto è memoria.
Il tuo nome , il tuo nome ricorre
per le mie vene in ultima illusione:
s’innesta la febbre alla polvere,
il capo chino ripete ritorni nel tempo
per sorprendere vertigini nel pensiero che oscilla.
Una disperata finzione mi sorprende
e chiudo gli occhi per sognare il tuo labbro.
*
Non credo più nel toccare le cose con le mani
alla sciarada che ogni zero incunea,
al ticchettare che disegna spazi e falsetti ,
mentre fra le spalle gioca un antico smarrimento.
Non è più tempo di segreti alla memoria,
ormai stanco di concedere incertezze,
confondere lo scudiscio della notte
per l’intreccio delle tue ombre in mutamenti.
Sulle mie ossa in bilico
la mia rassegnazione non ha più posto.
*
ANTONIO SPAGNUOLO
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