SEGNALAZIONE VOLUMI = ALDINO LEONI
Aldino Leoni – Fra aria e pietra-- puntoacapo Editrice – Novi Ligure (Al)- 2019 – pag. 83 - € 12.00
Aldino Leoni, l’autore del testo che prendiamo in considerazione in questa sede, è nato ad Alessandria nel 1949 e cura fin dalla fondazione, nel 1981, la Biennale di Poesia di Alessandria.
La sua poesia è pubblicata da puntoacapo nei volumi A mani ferme, La piazza delle scintille, Uno: fotopoesie. È autore dei teatralconcerti Il bambino della Cittadella e L’insopportabile esplosione. Si è occupato di didattica della poesia e di teatro – scuola.
Fra aria e pietra presenta una prefazione di Barbara Viscardi Balduzzi esauriente e ricca di acribia.
Cifra distintiva della poetica di Aldino Leoni espressa in questo libro è quella del riuscito tentativo di creare atmosfere magiche nelle quali predomina la tematica della natura (animata quando sono detti animali e piante) o inanimata (quando, evento ricorrente, è nominata la pietra che è anche nel titolo della raccolta).
Le forme dei testi che qui incontriamo sono rarefatte ed è sempre eccellente il loro controllo e si constata costantemente una notevole eleganza stilistica.
Il versificare a volte è chiaro e luminoso mentre in altri casi s’invera in tessuti linguistici vagamente anarchici ed è sempre sotteso a una innegabile visionarietà.
Predomina quasi sempre un vago senso di mistero e una vena neo – orfica che rende le poesie ricche di fascino.
Protagonista pare essere il tempo che passa e non a caso la prefatrice scrive che morte e vita sono i due grandi temi della poesia di Aldino Leoni, affrontati da diversi punti di vista. Piccole e grandi esperienze del quotidiano ispirano versi che hanno in comune la consapevolezza della fine e la speranza in un Oltre che si profila al di là del tempo.
I versi sono sempre ritmici e armonici di un’armonia che crea un’avvertita musicalità.
Prevale un poiein descrittivo nel quale emerge talvolta la voce dell’io-poetante tra subitanei accensioni e spegnimenti.
I componimenti sono sempre raffinati e ben cesellati e sempre risolti con leggerezza nella loro icasticità senza il minimo sforzo.
Composita e intrigante la struttura architettonica del volume suddiviso nelle seguenti scansioni: Il monte, Con quali passi, Volano di più, Lento respiro, La danza del drago, Mai viste, Aria e pietra, Parlale.
C’è, come si accennava, una vena religiosa in questa scrittura come ad esempio in questa breve composizione senza titolo: - “Prego l’angelo/ che ben levata stia/ la sua spada/ fra aria e pietra” -.
Quindi l’iterativa pietra diviene simbolo di quello che è senza vita, della morte, nulla dal quale sporge forse ontologicamente l’essere se l’autore ipotizza l’esistenza degli angeli nominandoli.
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Raffaele Piazza
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