Michele Brancale : “L’apocrifo nel baule” – Ed. Passigli – 2019 – pagg. 96 - € 12,50
L’atto ricamato del dipingere, nelle sfumature che compongono il senso della figura immaginaria, ripropone tra verso e verso l’assonanza della parola, incarnata nella sottile identità poetica dell’autore, tra osmosi di sensazioni e rincorsa dei simboli. Le vibrazioni che emergono dal contatto improvviso con i ritagli del tempo trascorso, e ritrovato nel cassetto, diventano motivo sorprendente per un canto sommesso di memorie, che riemergono da “uno spesso velo di irrilevanza”. Le otto sezioni che compongono la raccolta altro non sono che tappe di un percorso che parte dal ritrovamento di carte, ormai ingiallite ed abbandonate nel segreto di un cassetto, e giunge ad avvenimenti della quotidianità che palesa il suo gioco, da un racconto di guerra ad una esperienza editoriale, dal tocco dell’amico ciabattino al riflesso debole di un lume di candela che si propone timidamente al fondo di bottiglia. Michele Brancale ha nella sua penna il fervore che lo precede e sostiene, una velocità del dire che è vera febbre che percorre il dettato , in pagine ancorate a ricordi, con il complesso intreccio dell’attesa e della meraviglia, come ombre sulle quinte di un teatro in procinto di lampeggianti urgenze che scorrono all’unisono.
ANTONIO SPAGNUOLO
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