sabato 1 giugno 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = FABIO FRANZIN

Fabio Franzin – Corpo dea realtà - Corpo della realtà---puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2019 – pag. 221 - € 20,00

Fabio Franzin è nato nel 1963 a Milano. Vive a Motta di Livenza, in provincia di Treviso. È redattore della rivista di poesia Smeriliana.
Ha pubblicato numerose opere di poesia e ha riportato numerosi premi.
Come scrive Manuel Cohen nell’esauriente prefazione ricca di acribia intitolata La parola deposta. La poesia della pietà senza posture, Fabio Franzin senza ombra di dubbio, è voce europea tra le più straordinarie della poesia contemporanea, punta di diamante di una generazione nostrana incredibilmente tenuta in ombra (l’autore è nato nel 1963), tenuta in disparte o non valutata da un’appropriata luce critica. La sua scrittura dell’ultimo quindicennio, da quell’autentico choc semantico rappresentato da un libro unico quale è Fabrica (2009) ad altre raccolte si è fatta carico di testimoniare tutto il peso, tutta la violenza, tutta la furia devastatrice di un’epoca sacrificale marcata a sangue da una profonda crisi economica, sociale, antropologica e morale.
Corpo della realtà, l’opera del Nostro che prendiamo in considerazione in questa sede, è molto estesa anche perché ogni poesia in italiano presenta a fianco la traduzione in dialetto veneto.
Si tratta di un libro molto composito nella sua struttura architettonica ed è scandito nelle seguenti sezioni: Fabbrica, ancora dentro e fuori, Resistenze passive, Da qua, (All’ombra della memoria), (Nel tempo della vergogna), Reperti veneti.
Le suddette scansioni sono precedute dalla poesia Scrivere cancellare, componimento particolare che ha un carattere programmatico e ha un’incontrovertibile valenza a livello quasi teorico.
In Scrivere cancellare ritroviamo una poesia che ripensa la stessa poesia nell’analizzarne le sue ragioni d’esserci, una scrittura che consapevolmente si ripiega su sé stessa.
In essa ritroviamo sospensione e mistero e c’è da notare, elemento saliente, che è detto non solo lo scrivere ma il cancellare, fatto che evoca il passaggio sottile delle parole dette con urgenza tra detto e non detto.
Una cifra intellettualistica caratterizza il poiein di Franzin che pur parlando di cancellare scrive che le sue poesie sono salve con tutte le loro parole, dimostrando ancora una volta il valore salvifico della poesia stessa per i poeti nel loro essere il diario di bordo nella navigazione della vita nel cronotopo del mondo che va stretto, mondo che però è possibile abitare poeticamente.
C’è un leggero scarto dalla lingua standard nella poetica di Franzin e predominano narratività connessa ad una forma affabulante e il linguaggio è del tutto antilirico e anti elegiaco.
Una caratteristica evidente della poesia di Franzin espressa in questo corposo volume consiste nel fatto che in esso è detta la quotidianità come quella che può essere definita nel lavoro in una fabbrica quando nel poemetto Fabbrica, ancora. Dentro e fuori nel quale è descritta la giornata lavorativa di due operai, uno anziano e uno giovane alle prime armi, le poesie numerate si susseguono riportando l’ora esatta della giornata
lavorativa. Siamo in un mobilificio e il poeta si serve della forma monologante nel rivolgersi nella poesia Il posto un superiore ad un inferiore e Franzin qui dimostra anche una competenza tecnica notevole sul lavoro appunto in un mobilificio.
Il posto e la fabbrica stessa divengono simbolo della vita che trascorre nel bene e nel male e non a caso Fabio ha creato una figura anziana e una giovane per evidenziare il conflitto generazionale.
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Raffaele Piazza

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