Luigi Balocchi – Atti di devozione--- puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2019 – pp. 95 - € 14.00
Atti di devozione, la raccolta di poesie che prendiamo in considerazione in questa sede, è un testo non scandito nel quale è stabilmente presente in ogni componimento la presenza di un tu, presumibilmente l’amata, della quale vengono fatti veri riferimenti e che resta in un alone di vaghezza.
Le composizioni stesse divengono atti di devozione per la suddetta figura come è detto nel titolo ed è l’amore stesso a rendere infiniti; infatti in Devoti nell’ultimo verso il poeta scrive: Eterni l’un l’altro devoti.
È costante uno stupore che s’invera per l’amata e rimargina la ferita dalla quale scaturiscono i versi stessi.
Ottima la tenuta dei versi lunghi frequenti.
Per il continuum semantico e contenutistico che segue il libro può essere definito come un poemetto attraversato dal filo rosso che è quello della tematica erotica che domina su tutte le altre.
Frequente il tema del sogno inserito in un’atmosfera di rêverie
Cifra distintiva della poetica di Luigi Balocchi è quello di una vena tout – court neolirica nel testo che potrebbe essere letto come un canzoniere d’amore postmoderno molto unitario e compatto.
L’amore stesso può divenire doloroso come in Gris dove è descritto il pathos di un litigio nel quale si sarebbe potuto degenerare perché l’io – poetante si rammarica di non averla presa per il collo e sbattuta contro un muro urlandole di restare.
I versi brillano per chiarezza e sono molto spesso prosastici nella loro leggerezza ed icasticità.
In Deus absconditus nell’incipit si ritrova un senso mistico: Cerchi nell’anima la comunione santa/ quella carezza/ ineffabile, fonda fino alla bellissima chiusa: Il sesso è una via di redenzione.
Ma l’amore stesso, infatti, riserva ineffabili gioie come in Eden nei bellissimi versi dove viene detto con urgenza l’amore che incanta e che svela l’amore per gli amanti che non sono mai usciti dai corpi come angeli carnali alla ricerca del dono che dovrebbe essere la stessa felicità.
Forte il senso della duale corporeità primo gradino per la fusione ontologica delle menti nella compenetrazione psicofisica.
L’io poetante a volte prova un forte senso di tenerezza per la persona amata anche da cullare e consolare dopo che ella esce dalla porta del bagno simile ad una foglia che il vento ha strappato.
S’insinua un tono colloquiale con il quale l’amante io – poetante lancia i suoi messaggi in bottiglia con un versificare raffinato e ben cesellato.
Vengono espressi attimi d’intensa elegia nel dire l’io – poetante che il sogno se l’è ritrovato tra le mani e che sono stati i giorni più belli della vita del poeta perché avevano gli occhi di lei.
La dimensione amorosa è vista come un tramite per uscire dalla solitudine e in Eros l’amore è in bilico tra sacro e profano e in questa composizione si parla non a caso di una nuda santità che è fatta di labbra, cosce, culi e sussurri devoti.
Un’opera sull’amore uomo – donna che sa regalare emozioni al lettore e alle lettrici che hanno sperimentato nella realtà il sentimento e che non possono non identificarsi nella lui e nella lei protagonisti.
Nelle lucide intenzione dell’autore l’amore si realizza come sintesi nell’attimo che racchiude ogni istante dell’amore ricambiato.
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Raffaele Piazza
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