"RIFUGIO"
Sei tu il sapore di autunno , della stagione livida
che ti ghermì per sempre,
della tremenda immagine che imbruna con le tenebre.
Rifugio cieco nella notte
per avvolgere il mio grido in una nuvola
come canto inquieto.
Muta la speranza che nella imprudenza
ha chiuso ogni tremore, ogni sussurro,
per riproporre lingue infinite di vento.
Incrocio disattenti testimoni
per quel misto di eucalipto, quasi incandescente,
tra le mura di cemento ingiallito
e la salsedine che batte agli scogli
ove correvamo col tuo nastro al vento.
D’improvviso continua il gioco dei gradini
e si assopisce il tempo delle piccole cose
così il rimpianto del sentiero che non ritroviamo
per sussurri e silenzi.
Lento intervallo del respiro,
lento il passaggio imperdonabile:
qualcosa è sparita
o cessa d’esistere dentro la realtà.
Finzione
come lo spazio per essere in contraddizione.
E di nuovo m’avvince questo incanto:
una scrittura prediletta del possibile:
nelle tue mani affilate ,
la precedenza in cui t’avevo sognata
come t’avessi vista ieri , ma ora sei inganno:
una collana d’ambra intorpidita
cercando di carpire ombre impazzite.
*
ANTONIO SPAGNUOLO
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