René Corona – La conta imprecisa-- Puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2019 – pag.123 - € 18.00
René Corona è nato a Parigi nel 1952. È docente di Lingua e traduzione francese
presso il Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche, e degli Studi
culturali dell’Università degli Studi di Messina. Ha pubblicato saggi che riguardano la
poetica, la Storia della lingua francese, la traduzione, la sinonimia, la letteratura, la
sociolinguistica e la lessicografia.
La conta imprecisa, il testo del Nostro che prendiamo in considerazione in questa
sede, presenta una prefazione di Alessandro Quattrone densa e ricca di acribia.
Il testo è scandito nelle seguenti sezioni: Piccole indecisioni ultime, La conta,
L’ultimo Talvà.
La prima caratteristica che si nota leggendo il volume consiste nel fatto che tutte
le composizioni poetiche da cui è composto sono centrate sulla pagina.
La scrittura è narrativa, chiara, piana e magica con accensioni liriche improvvise.
Il tessuto linguistico è icastico e leggero e presenta una parvenza di visionarietà
e sospensione.
Da notare che tutte le poesie iniziano con la lettera minuscola elemento che
conferisce loro il senso di un’arcana provenienza.
Le poesie fluiscono tutte in lunga ed ininterrotta sequenza e sono connotate da
un ritmo sincopato che crea una suadente musicalità.
Il tono dei testi è disteso e vengono nominati vari animali che potrebbero
diventare simboli della condizione umana.
Sono praticate assonanze e allitterazioni che creano un forte ipersegno e si evince
dalla lettura una forte carica di nonsense ed ironia.
Si tratta di poesie descrittive nelle quali l’io-poetante delinea numerose
raffigurazioni che hanno qualcosa di pittorico.
A conferma di quanto suddetto incontriamo nella prima sezione la serie delle
poesie corpose intitolate “Vita moderna domenicale: tentativi di descrizioni
variegate”.
Si tratta di due componimenti dal tono svagato che hanno come incipit i versi
Domenica all’alba e Alba di domenica quasi come se l’alba dovesse rappresentare la
scansione temporale di un vago cominciamento.
Le due composizioni hanno molto in comune nei loro contenuti fino ad essere
quasi speculari tra loro, come due variazioni sullo stesso tema con la trattazione delle
domeniche dei cacciatori e dei pescatori e dei pittori nelle chiuse.
Veramente splendidi gli ultimi due versi della seconda delle poesie suddette ma
dove siete pittori della domenica/ nel silenzio del vostro acquerello passato?
Qui si arriva alla dimensione del cronotopo, del luogo indeterminato inserito nel
tempo che slitta nel passato.
In Ritorni incontriamo un tu al quale il poeta si rivolge presumibilmente
femminile del quale sappiamo che scandisce strade con i suoi passi e anche giardini di
rose.
Notevole la poesia Onde su onde con l’incipit memorabile Mentre il mare/ gira
le pagine dell’antologia poetica. Qui anche i detriti sulla spiaggia sono animati perché
con un’immagine surreale si lamentano e sono preoccupati per la loro vecchiaia.
Il poeta ci consegna un libro di poesia elegante, raffinato e ben cesellato con un
felicissimo scavo in tutti i livelli della realtà umana e riferendosi soprattutto alla
quotidianità come eterno ritorno.
*
Raffaele Piazza
Nessun commento:
Posta un commento