Filomena Rago, "Immagine di una immagine", Ed. Progetto Cultura, 2019, pag. 96, 12 euro.
Prefazione di S. E. monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Jonio,Postfazione di Giorgio Linguaglossa
Questa seconda raccolta poetica di Filomena Rago è disseminata di espedienti ardimentosi. Spetta al lettore scovarli, riconoscerli. L’autrice carica di responsabilità il lettore perché gli conferisce un ruolo attivo, di concorsualità. La scrittura privilegia senso e suono, prende all’amo il lettore, lo trascina verso la “directness” degli imagisti di Ezra Pound. Il titolo del libro Immagine di una immagine racchiude la Weltanshauung di Filomena Rago; il linguaggio poetico è inteso come una «intelaiatura di immagini», un discorso comune, quotidiano. L’autrice adotta il verso libero perché sa che esso è un principio di libertà che pienamente può esprimere l’individualità del poeta, che in poesia significa una nuova cadenza, un nuovo stato d’animo, un nuovo ritmo, una nuova idea. Esaminando i primi due distici della composizione che dà il titolo al libro, “Immagine di una immagine”, troviamo le quattro parole-chiave della nuova poetica di Filomena Rago:«assenza-buio-oscurità-silenzio». Le parole diventano immagini, traslati, metafore cinetiche, come in questi versi:
“Buio e assenza./ L’oscurità batte sul tamburo del silenzio,/ l’ombra si allunga./ I colpi si affievoliscono,/ il tamburo tace,/ riemerge dal nulla uno specchio./ Soltanto adesso Jenny/ Vede l’immagine di una immagine./ Due ali d’angelo alle sue spalle,/ La città tintinna alla finestra/ come un serpente a sonagli.”
Ed è centrale il tema dello specchio che spunta dal nulla e ritorna nel nulla, del travaglio interiore, dove la Rago dimostra di aver tesaurizzato le esperienze estetiche della nuova poesia tese alla ricerca di un nuovo paradigma che faccia a meno di quell’io ingombrante e posticcio di cui è piena la lirica degli ultimi lustri. E’ chiaro che il tema dello specchio subito inevitabilmente richiama quello problematico e attraente della “immagine”, (l’autentica, vera idea-protagonista del libro poetico di Filomena Rago), secondo il pensiero di Andrea Emo per il quale:«In principio era l’immagine, e per mezzo di essa tutte le cose sono state fatte...». Ciò perché, per la Rago l’immagine senza pensiero è vuota e il pensiero senza immagine è muto. «Ogni immagine è immagine del nulla e in questo senso l’immagine è ontologica». Anche per Filomena Rago la poesia è un’eco, quella eco che si ascolta quando la vita è muta nell’assenza definitiva del compagno amato, quando l’unica presenza è la «presenza dell’assenza».
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Gino Rago
Lettura intensa, meditata, fluita con intelligenza critica a dimostrare sagacia e compattezza scritturale; profondità empatica e verbale....
RispondiEliminanazario pardini