mercoledì 18 dicembre 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIOVANNI PERRI

Giovanni Perri - Cifrario dell’invisibile---Terra d’ulivi edizioni – Lecce – 2019 – pag. 129

Giovanni Perri nasce a Napoli nel 1972. Consegue la laurea in lettere moderne con una tesi in storia dell’arte medievale. Fa parte della redazione di “Bibbia d'Asfalto- Poesia urbana e autostradale” e di “Inverso –Giornale di poesia”, collabora a “Menabò quadrimestrale internazionale di cultura poetica e letteraria”. Nel 2017 pubblica e mi domando la specie dei sogni, sua prima raccolta di poesie, per le edizioni Terra d’ulivi. Partecipa a vari concorsi letterari di rilievo nazionale vincendo nel 2013 il “Premio Rolando”; nel 2016 il premio “le trame di Neith”; nel 2018: il premio (indetto da Guida Editore) “Poesia a Napoli”; il “Premio speciale I ponti dell’arte”; il premio “Autore del territorio” al concorso Città di Sant’Anastasia e il “Premio speciale Città di Conza della Campania”; nel 2019 il primo premio poesia inedita al concorso “L’Iguana – Anna Maria Ortese”. È presente in diverse riviste e antologie. Alcuni suoi testi sono stati tradotti in spagnolo. Cifrario dell’invisibile del 2019 è, sempre per Terra d’Ulivi edizioni, la sua seconda raccolta di poesie.
Il cifrario è il repertorio che contiene il codice o la chiave per la trasmissione di messaggi in cifra. Quindi il titolo della raccolta pare alludere a qualcosa di misterioso come potrebbe essere l’idea vaga della decriptazione dell’invisibile stesso.
Già Perri nella sua prima raccolta e mi domando la specie dei sogni si riferiva a qualcosa d’incorporeo come i sogni stessi e così sembra che l’autore sia attratto dalla sfera del sovrasensibile a prescindere se intenda o non intenda riferirsi ad un’uscita religiosa.
Le scansioni delle poesie che compongono il volume sono precedute da due scritti in prosa intitolati Attraversamenti e L’ora propizia che potrebbero essere letti come dichiarazioni di poetica.
Seguono le parti in poesia: 1 Arrivi (Piani, Cadenze), 2 Figurae (Soglie, Attese), 3 Partenze (Rientri) e in chiusura una breve nota a margine di Franca Alaimo.
Il testo è corredato da fotografie in bianco e nero dello stesso autore.
Una vena intellettualistica pare essere la cifra dominante del poiein del Nostro come si evince chiaramente dai primi versi della prima poesia senza titolo: Tra me che scrivo e che abito la lingua/ ci sono muri andati in rovina e ombre di gatti/ minestre di luci in alti finestroni/ e una regina scalza sulle pietre.
Visionarietà e magia della parola ci restituisce Giovanni con una forma anarchica che sfiora l’alogico.
C’è un tu al quale il poeta si riferisce del quale ogni riferimento resta taciuto.
Forte la densità metaforica e sinestesica e veramente notevole la tastiera analogica che ci fornisce il poeta.
Non solo nella prima poesia c’è un riferimento alla parola ma anche in Rumori di fondo nei versi: Prima viene il pensiero/ l’accumulo dentro/ la parola che pesa milioni d’ipotesi e avanza un suo piano segreto/ sapere che dentro c’è un arrivo.
Tutta interiorizzata questa poesia che sembra riflettersi, ripiegarsi su sé stessa.
Anche la quotidianità sembra essere evocata in questi versi e il tu è presumibilmente l’amata detta con urgenza nel verso alto e intrigante: …una spilla conficcata nel tempo d’un bacio e un ritorno.
Una rara capacità di produrre immagini non sempre irrelate tra loro e tutte diverse in una polifonia armonica e intelligente.
E il lettore percorrendo la strada in versi di Perri s’identifica con l’io-poetante empaticamente per le sensazioni provate personalmente e tradotte in parole, nello stupirsi e meravigliarsi.
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Raffaele Piazza

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