Lina Salvi – "Del deserto"---puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2019 – pag. 55 - € 10,00
"Del deserto", la raccolta di poesie di Lina Salvi che prendiamo in considerazione in questa sede, non è scandita e presenta una nota dell’autrice stessa e una postfazione di Elio Grasso.
Si tratta di un libro che tout-court può essere considerato un poemetto per la sua unitarietà tematica contenutistica, formale e stilistica e il carattere suddetto è sugellato anche dal fatto che quasi tutti i componimenti sono privi di titolo.
Le poesie presentano tutte una forte compattezza dei tessuti linguistici e molte di esse sono risolte in un unico respiro.
Un intimismo che si svela nella contemplazione della natura pare essere il filo rosso che sottende i componimenti tutti pieni di fascino e magia, sia che gli scenari evocati siano quelli desertici, sia che le ambientazioni siano domestiche o inserite in altri tipi di paesaggi che sono anche specchio dell’interiorità della poetessa.
La scrittura è generalmente pacata, portatrice di un messaggio sorgivo per la capacità di sapersi meravigliare al cospetto della natura stessa anche amandola e ci sono passaggi di subitanee accensioni e anche di spegnimenti che sembrano essere connotati dal dono del turbamento.
La poetica della Salvi nasce dal proposito conscio di praticare un poiein descrittivo dove nulla è lasciato al caso e dove gli occhi di Lina divengono la cinepresa sulle cose che si fanno icone tramite lo scatto e lo scarto poetico che produce intriganti straniamenti.
Ci sono anche poesie sulla parola stessa e alti sono questi versi:/ le parole erano dentro la casa/ sgusciate da una paralisi, un sogno/ impietoso, durato la vita di un cane/…
Il quotidiano si fa epico ma anche fiabesco in pagine armoniose e ricche di bellezza.
Prevalenti sono i componimenti nei quali è detto con urgenza il deserto che diviene simbolo della solitudine dell’io-poetante che sottende il suo superamento nel relazionarsi con varie figure e tutto l’ordine del discorso è pervaso da una forte e graziosa magia.
Il dispiegarsi dei versi spesso si apre alla linearità dell’incanto e la cifra essenziale di questi componimenti sembra essere caratterizzata da una vena neolirica anche se non mancano passaggi di neo orfismo.
Ogni singola parola è detta con urgenza e alcune delle poesie possiedono una forte valenza epigrammatica.
Ed emerge talvolta un tu del quale ogni riferimento resta taciuto persona che potrebbe essere presumibilmente l’amato.
In questo notevole libro la vita vissuta scavata nel suo terreno nelle sue circostanze più eterogenee dalla fertile penna della Salvi rimane sempre in bilico nell’attimo tra gioia e dolore.
L’io-poetante sembra essere di vedetta per proteggere l’edificio della sua vita e, amandolo, il deserto si può fare anche oasi o giardino.
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Raffaele Piazza
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