"Lettera in versi" dedica il numero 72 alla poesia di Antonio Spagnuolo - La lettura cliccando :
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Da poeta a poeta. Ti leggo e assaporo con trepidazione le varie angolazioni di riscontro. Carezza di musica mi avvolge - suadente - mentre nello sfolgorio danza la fiamma che illumina l’istante.
Allora se la poesia è lo scorrere delle emozioni del sub-conscio e del pensiero che si desta luminoso e crea coscientemente, nei tuoi versi l’imago poetica freme per ancorare alle terra le immagini - reali o fantasmatiche - con cui l’io-poetante percepisce l’alterità. In una poesia che diviene - innanzi tutto - esplorazione introspettiva, urgenza del conoscere, necessità della persistenza retinica dell’umano spirito che illumina, nelle sue folgorazioni, lo stesso soggetto prima di perdersi nell’universalità di un flusso di coscienza visionario.
Come non amare uno dei poeti dell’amore, fedele solo a se stesso e alla sua vocazione? Nostalgica e fiera s’insinua la memoria, nella narrazione di un poeta che definirei della «presenza» piuttosto che dell’assenza, che - a dispetto dell’inganno di “una morte che pur sempre è vicina” - la vita insegue nelle sue vie di sogno ostinatamente avvinto all'eterna primavera dei ritorni. [SE C’È UN SILENZIO NEL SORRISO/L’ombra/in aromi di silenzi/sospira al nostro amore/e la tua presenza è sì chiara/che non ha nome/se non di celesti ritorni].
Certamente la quotidiana tensione del vivere appare, anch’essa, nell’altalenarsi dell’io che interroga inquietudini, lacerazioni e fermenti nelle pause di riflessioni che sgranano i nuclei dell’essenziale con - a tratti - inflessioni amare e dolenti, ma da quelle ceneri sempre integra e piena risorge l’innocenza [POESIA/Svegliarti senza alcun rumore/e sussurrarti t’amo/mentre le nubi bianche/al sole dell’autunno/intrecciano uno scenario nuovo./E tutto è nuovo al tuo sguardo…/E tutto è nuovo al tuo sorriso…/E tutto è nuovo al tuo sospiro:/svegliarti senza alcun rumore/e dirti t’amo].
Nella dimensione onirica e atemporale del poetare, tra fascini passeggeri di furie e d’ombra, l’umana esistenza lieve si snoda nelle evocazioni di una memoria eternatrice che sempre recupera l’amore, sentimento infinito che mai s’estingue [SARÀ IL TUO SORRISO/…Improvvisamente si sveglia il giorno/fra i libri/ed il racconto che tessiamo/del nostro incontro/non ha mai fine...]. Naturale disposizione d’animo che si conferma in alcune delle più recenti liriche ancora inedite le cui pagine ritessono composte armonie che - pur nel loro estremo grido di angoscia - nel gioco dell’eterno consolidano speranze.
In questo scorcio d’inverno dove nel crepuscolo sfuma il giorno, ti leggo. E nell’aria rarefatta s’avverte l’ora dei compimenti, e, nel tepore d’abbraccio di serena indulgenza, un profumo di zagara e mandorli in fiore.
OMAGGIO
RispondiEliminaDa poeta a poeta. Ti leggo e assaporo con trepidazione le varie angolazioni di riscontro. Carezza di musica mi avvolge - suadente - mentre nello sfolgorio danza la fiamma che illumina l’istante.
Allora se la poesia è lo scorrere delle emozioni del sub-conscio e del pensiero che si desta luminoso e crea coscientemente, nei tuoi versi l’imago poetica freme per ancorare alle terra le immagini - reali o fantasmatiche - con cui l’io-poetante percepisce l’alterità. In una poesia che diviene - innanzi tutto - esplorazione introspettiva, urgenza del conoscere, necessità della persistenza retinica dell’umano spirito che illumina, nelle sue folgorazioni, lo stesso soggetto prima di perdersi nell’universalità di un flusso di coscienza visionario.
Come non amare uno dei poeti dell’amore, fedele solo a se stesso e alla sua vocazione? Nostalgica e fiera s’insinua la memoria, nella narrazione di un poeta che definirei della «presenza» piuttosto che dell’assenza, che - a dispetto dell’inganno di “una morte che pur sempre è vicina” - la vita insegue nelle sue vie di sogno ostinatamente avvinto all'eterna primavera dei ritorni. [SE C’È UN SILENZIO NEL SORRISO/L’ombra/in aromi di silenzi/sospira al nostro amore/e la tua presenza è sì chiara/che non ha nome/se non di celesti ritorni].
Certamente la quotidiana tensione del vivere appare, anch’essa, nell’altalenarsi dell’io che interroga inquietudini, lacerazioni e fermenti nelle pause di riflessioni che sgranano i nuclei dell’essenziale con - a tratti - inflessioni amare e dolenti, ma da quelle ceneri sempre integra e piena risorge l’innocenza [POESIA/Svegliarti senza alcun rumore/e sussurrarti t’amo/mentre le nubi bianche/al sole dell’autunno/intrecciano uno scenario nuovo./E tutto è nuovo al tuo sguardo…/E tutto è nuovo al tuo sorriso…/E tutto è nuovo al tuo sospiro:/svegliarti senza alcun rumore/e dirti t’amo].
Nella dimensione onirica e atemporale del poetare, tra fascini passeggeri di furie e d’ombra, l’umana esistenza lieve si snoda nelle evocazioni di una memoria eternatrice che sempre recupera l’amore, sentimento infinito che mai s’estingue [SARÀ IL TUO SORRISO/…Improvvisamente si sveglia il giorno/fra i libri/ed il racconto che tessiamo/del nostro incontro/non ha mai fine...]. Naturale disposizione d’animo che si conferma in alcune delle più recenti liriche ancora inedite le cui pagine ritessono composte armonie che - pur nel loro estremo grido di angoscia - nel gioco dell’eterno consolidano speranze.
In questo scorcio d’inverno dove nel crepuscolo sfuma il giorno, ti leggo. E nell’aria rarefatta s’avverte l’ora dei compimenti, e, nel tepore d’abbraccio di serena indulgenza, un profumo di zagara e mandorli in fiore.
ELLA CIULLA