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Ilaria Grasso: “Epica quotidiana” – Ed. Macabor 2020 – pagg. 112 - € 12,00
Puntualmente si aggrega in queste pagine il dettato discorsivo, che rende la lettura piana e coinvolgente, unitamente ad una strana capacità di illustrare avvenimenti e fulminazioni del quotidiano. Dall’abuso degli atti di ufficio alla passione dei cani, dal garbuglio di monumenti e radiazioni ai malformati fanciulli dell’ILVA, dalla settimana bianca con idromassaggio ai pilastri nei quali nascondono i morti, dalla portiera che gestisce condomini al direttore generale disperso fra i padiglioni. Brevi interventi che hanno il sapore del racconto immergendo la creatività nella più che semplice energia del dettato. Suddiviso nei capitoli “Le gesta dei padri”, “In itinere”, “In-organico”, “Variazioni aziendali”, “Nello stato in cui siamo”, “Memento” il volume sviluppa un iter variopinto fra illuminazioni e figure, paesaggi d’interni, personaggi ed ombre. I “richiami” nella prima sezione sono numerosi con le dediche a Franco Fortini, Ottiero Ottieri, Rocco Scotellaro, Cristian Tito, Luigi Di Ruscio, Elio Pagliarani, Vladimir Majakovskij, coronate da alcune liriche profondamente incise. Ilaria gioca con le parole e con i pensieri, nel suo tuffo per la quotidianità. Il risveglio mattutino, l’abbaglio della esplosione solare, il tremore delle prime aspirazioni, il frastuono della strada e dei veicoli pubblici, le vicissitudini della fabbrica, le sorti della modella rimasta incinta e sola, le brighe di un evasore fiscale, avvenimenti multipli di uno scorrere inesorabile del tempo. Di particolare interesse la “ri/scrittura” di ben dodici articoli di una personale “costituzione”, con la quale si suggeriscono alcuni atteggiamenti che il nostro popolo dovrebbe assumere per la tutela di sopravvivenza. Scrittura solidamente forgiata, in versi dal ritmo variabile.
ANTONIO SPAGNUOLO
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