martedì 14 aprile 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = MAURO MACARIO

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Mauro Macario – Le trame del disincanto--tutte le poesie 1990 – 2017- FORMAT puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2O17 – pag. 449 - € 25,00

Le trame del disincanto, il corposo volume composito di poesie che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta un’introduzione di Francesco De Nicola intitolata La poesia necessaria di Mario Macario e una nota critica di Emanuele A. Spano.
Il libro racchiude le seguenti raccolte dell’autore: Il destino dell’essere altrove, Il silenzio a occidente, La screanza, Metà di niente.
Cifra essenziale della poetica di Macario pare essere una parvenza di visionarietà che è il denominatore comune dei quattro libri che ovviamente segnano un percorso che si differenzia nel suo continuum nell’inevitabile evoluzione dello stile, della forma e delle tematiche proposte dal poeta.
In Il destino dell’essere altrove un dato saliente pare essere il procedere dei versi in lunga ed ininterrotta sequenza versi che hanno qualcosa di barocco o tormentato liberty anche per la completa assenza di punteggiatura.
Spesso si ha l’impressione di ritrovarsi dinanzi a tessuti linguistici al limite dell’alogico nella loro resa anarchica e per comprendere questa poesia oscura e intellettualistica non basta una sola lettura perché richiede un’immersione totale in essa nel suo provocare emozioni forti nel lettore tramite il dettato densissimo metaforicamente e a livello sinestesico e semantico con frequenti straniamenti e cortocircuiti.
È un poiein magmatico quello espresso dall’autore connotato da fulminanti accensioni e spegnimenti e da frequenti impennate vertiginose della scrittura concentratissima.
Notevole icasticità, dunque, come connotazione di questa scrittura affascinante che in ogni caso risulta raffinata e ben cesellata, luminosa nella sua numinosa bellezza che è carica di senso nel suo fluire come acque di un fiume in piena.
Le ali della jena prima sezione del primo libro costituisce un poemetto a sé stante; qui la jena diviene simbolo di qualcosa di misterioso e imprecisato che genera inquietudine nel bene e nel male in quanto non casualmente è detta con urgenza, con un’efficace sinestesia quasi un ossimoro angelo carnivoro.
Sospensione e vera plastica magia connotano i dettati e pare al lettore di affondare nella pagina nel sinuoso e inesorabile decollare e subitaneo planare delle parole in ogni singolo componimento.
Le poesie si dividono in due categorie: quelle descrittive e quelle nelle quali si effonde con forza l’io-poetante del tutto antilirico e anti elegiaco.
L’ordine del discorso è tutto un fluttuare tra luce e ombra in un efficace chiaroscuro morale che per un accostamento alla pittura potrebbe essere definito caravaggesco.
Sembra nella lettura di essere rapiti in una fantasmagoria di tinte e sensazioni conseguenti in un caleidoscopio d’immagini da onirismo purgatoriale nelle quali tutto pare sotteso a forze arcane.
Nell’impossibilità in questa sede di dare le compiute ragioni di un testo che per la sua mole dovrebbe essere studiato ed esaminato in sede saggistica si dà qui solo un’impressione di lettura in quella che non è altro che una recensione.
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Raffaele Piazza

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