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Ivana Tanzi – Questione di quanti---puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2020 – pag. 121 - € 14,00
"Questione di quanti", la raccolta di poesie di Ivana Tanzi che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Carla Mussi esauriente e ricca di acribia.
Come scrive la prefatrice in continuità col precedente libro Il metro estensibile, l’autrice ci suggerisce fin dal titolo qualcosa che ha a che fare con la misura. “Quanto” come concetto fisico, quantità indivisibile, “quanto” come avverbio o pronome che definisce la misura, la quantità. Sicuramente questa attenzione alla misura riguarda anche la scrittura di Ivana Tanzi, sempre in bilico tra ironia e memoria, folgoranti ritratti contemporanei, epos collettivo e agrodolci atmosfere di un passato recente che hanno il gusto di una foto Polaroid.
Il libro non è scandito in sezioni e per la sua unitarietà stilistica, formale e contenutistica potrebbe essere considerato un poemetto.
In chiusura incontriamo un post scriptum che è costituito da un solo componimento che ha un carattere programmatico.
Le composizioni brevi della raccolta hanno un carattere epigrammatico e assertivo e in ogni parte del testo si nota una parola che si lega con le altre in modo concentratissimo e nell’apparente chiarezza si delinea una forte dose d’ipersegno per cui ogni singola poesia potrebbe divenire oggetto di studio e di analisi.
Prevale la densità metaforica, stilistica e semantica e pare essere protagonista del volume l’approccio riflessivo alla vita che è presente come quotidianità detta in modo epico dall’autrice.
Caratteristiche costanti del testo sono una forte vena visionaria che ha qualcosa di surreale che s’invera nelle immagini di vaga e densa bellezza, raffigurazioni originali e icastiche che sgorgano le une dalle altre.
Inoltre in alcuni affascinanti passaggi della raccolta viene detta la ricerca del vero senso della vita quando riflettendo poeticamente l’autrice afferma che non si deve dire aldilà. In modo intrigante la Mussi prosegue il suo discorso affermando che c’è un dopo e un altrove anche nella dimensione della vita terrena e si potrebbe a questo proposito pensare che l’autrice si riferisca ad una vita parallela.
Quindi cifra essenziale e dominante della poetica dell’autrice pare essere una vena intellettualistica consapevole nelle intenzioni della Tanzi a partire dal titolo del libro di cui si diceva.
Ed è spesso presente un tu al quale l’io-poetante si rivolge e del quale ogni riferimento resta taciuto.
Precisione nel dosare i vocaboli che trasuda esattezza si nota in tutto l’ordine del discorso della raccolta e le immagini prodotte dall’autrice sono luminose, ariose e leggere nella loro intrinseca complessità per cui lo scarto dalla lingua standard nelle poesie è veramente elevato.
Anche il ritmo sincopato e suadente pare essere una delle armi vincenti nella poetica di Ivana che possiede un’intrinseca musicalità.
Pure una vena di nonsense serpeggia costantemente nei versi in quello che in toto può essere considerato un esercizio di conoscenza.
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Raffaele Piazza
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