domenica 18 aprile 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANFRANCO ISETTA


Gianfranco Isetta: "SENZA TURBARE IL CIELO" - PUNTOACAPO ED.2020 - pagg.89 - € 12,00 -
Gianfranco Isetta è nato a Castelnuovo Scrivia (Al) nel 1949. Laureato in tatistica presso l'Università Cattolica di Milano è stato per dieci anni sindaco di Castelnuovo,promuovendo il Centro Internazionaledi sudi "Matteo Bandello". Ha pubblicatonumerose raccolte di poesia e ha vinto vari premi.
"Senza turbare il cielo" presenta una prefazione di Ivani Fedeli, sensibile, acura e ben centrata. Il volume di apre con un componimento breve l'unico senza ttolo il cui ultimo verso riproduce il titolo del libro "Senza turbareil cielo" che ha una connotazione misteriosa ricca di senso.Nella suddetta poesia viene detto con un'urgenza uncompito che si porrà quando non ci sarà più la pietas dell'albero ma il vento a scegliere le foglie più caduche e più lievi le ultime a cedere.
Il termine compito potrebbe essere interpretato come l'etimo più profondo della vita quando spetta alla persona, all'individuo, crearsi le sue strategie per affrontare l'esistenza, fatto di pe se difficile, per tentare di trovare armonia ed equilibrio in amore, nel lavoro e in tutto per diventare felice perché quello è lo scopo.
Se la pietas dell'albero, che è comunque animato, verrà a mancare entrerà sullo spazio scenografico della vita il vento e farà cadere le ultime foglie dello stesso albero e non dimentichiamo l'assunto di Pascal:"L'uomo è canna al vento ma canna pensante", frase veramente profonda.
E si deve aggiungere che il vento stesso non e né cattivo né buono ma che è la sintesi di tutti i fattori esterni che influenzano la vita dell’uomo e che lo condizionano e a questo punto l’uomo solo con la sua intelligenza che è pensiero tramite la sua reazione agli eventi, che è fondante, troverà la forza di andare avanti e possibilmente anche se non è poeta di abitare poeticamente la terra. Da notare che il fluire dei versi di Isetta è connotato da chiarezza nei dettati e da una certa vena affabulane nonché da una tonalità gnomica che s’inserisce in un discorso di sua natura affabulante.
L’io – poetante è molto autocentrato e potrebbe definirsi vagamente neolirica la poetica di Gianfranco che è caratterizzata da tessuti linguistici plastici e ben concentrati che si traducono in versi che creano immagini sempre ben controllate. Forte la densità metaforica, sinestesica e semantica che non pregiudica la facilità d’interpretazione delle composizioni a volte sottese ad una struttura anarchica ma che non sfiora nemmeno l’alogico e l’autore riesce spesso a produrre una notevole linearità dell’incanto.
Nella poesia eponima nell’incipit l’autore scrive due suggestivi versi: abbozzano i miei piedi/ ombre di desideri e con il riferimento ai piedi che servono per camminare si simboleggiano le strade del cammino della vita e vengono dette le tasche colme dalle quali fili d’argento in lampi occhieggiano sui rami. che guardano il mattino e il poiein d’Isetta è sempre esercizio di conoscenza consapevole e acuto.
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Raffaele Piazza

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