martedì 7 ottobre 2025
SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANFRANCO ISETTA
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Gianfranco Isetta: “Salti quantici” – Ed. puntoacapo 2025 – pag. 132 - € 16,00
Immersioni audaci, compiute nelle sfere del pensiero e del sub conscio, tra le vaghe ombre delle incertezze e le pressanti illusioni del quotidiano, in pagine che hanno della poesia quella dinamica necessaria a tradurre ritmo e musicalità in simboli e accensioni.
Il verso, variegato nella sua struttura, conserva egregiamente la sillabazione nel sentiero della forma, in quelle fiamme che incendiano il reale senza esaurirlo. Molte le suggestioni che appaiono come segnali filosofici: “L’essenza è assenza/ non c’è/ inutile cercarla, / è diventare altrove/ compare oscillante/ tra l’essere e il niente/ e colma/ ogni vacuità di autonoma presenza.” O ancora “In attesa di cambiar forma/ rimasi indenne/ nel mio eterno divenire/ sul capriccio dei giorni/ che ronzano infiniti/ e non danno sollievo/ a ciò che non saprei dire/ soltanto altari accesi/ sempre più tenui/ a supporre il mistero.”
Distinzione tra l’apparente ed il profondo, tra il palpabile e l’illusione, tra la dinamica costruttiva e il corrodere del tempo, tra il manifesto e il sottinteso, risvegliando di volta in volta il flusso incessante della corrispondenza del vuoto che ci affianca nel vissuto e la forza che permette il vigore dei frammenti.
Gianfranco Isetta cesella le vibrazioni dell’istante attraverso le ore, i minuti, il rintocco, affilando quella lama che riesce a tagliuzzare sorprese possibili e spazi da indagare, vagheggiando tra sussurri e spiragli verso il richiamo divenuto oggetto di illuminazione, anche quando un sottile filo tende verso l'amore: "potremo amarci/ imperlata la fronte/ e i corpi del mattino/ pr generoso lascito/ scoprendo all'orizzonte/ la nostra improntitudine/ per metamorfosi/ nel gioco di parole."
“E’ questa una poesia densa di intenti programmatici e non solo descrittivi – scrive Sergio Daniele Donati nella prefazione – e nella quale il registro dinamico e di movimento è principe (vento, disordine., oggetti che comparendo si disperdono, un tempo che soffia). E’ l’idea di una dinamica costitutiva di un disordine capace di creazione, ha dei richiami da un lato nelle più antiche narrazioni del sacro (si crea non tanto nonostante il caos, quanto dal caos stesso), e dall’altro in una precisa poetica che non disconosce il valore del suono e del timbro prima del senso e/o del significato.”
Le note incastonate di una melodia hanno energie del suono, che dalla fragranza attiva la parola per diventare materia innanzi allo sguardo che indaga.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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