Michele Urrasio : “Il privilegio del vivere” – Ed.Catapano – Lucera - 2015 – Pagg. 384 – s.i.p.-
Ampia raccolta di liriche , che vanno dal 1965 con “Fibra su fibra” al 2010 con “Le radici del sentimento” , arricchita da un ampio capitolo di “Testimonianze critiche”, che da solo riesce a puntualizzare tutta la creatività di un autore , delicatamente decifrato nella sua lunga e colta esperienza di ricerca. Gli interventi sono a firma di Giorgio Bàrberi Squarotti, Andrea Battistini , Giuseppe De Matteis, Francesco D’Episcopo, Emerico Giachery, Mario Sansone , Donato Valli e Francesco Zerillo.
Urrasio ha cercato di raccogliere quei testi che presentano una certa uniformità di scrittura e di elaborazione , pur riportando quelle espressioni mistiche, quei tocchi simbolici, quelle sequenze di solitudine , quelle prospettive assolute del “vivere” , che illuminano le dilatazioni prospettiche del tempo e del pensiero, plasmando pagina dopo pagina quel respiro che sostiene la musica di ogni poesia. Qui si rivela la sospensione tra il presente e il passato , tra l’illusione e la speranza , tra il canto e la preghiera, nel tentativo di interrompere il sopraggiungere di Thanatos , nei colori della nostalgia e delle spirali di un subconscio pronto a disvelarsi.
Il taglio esistenziale sottolinea quella sobrietà che distingue l’uomo attento alle trasformazioni della memoria , nella diversità dei tempi e nel susseguirsi di eventi e stagioni . Scrive l’autore : “Dai primi fermenti suggeriti dal luogo di origine e , in particolare, dagli affetti domestici, il nostro obiettivo si è spostato gradualmente sui temi sociali che hanno inciso sulla nostra maturità : il fermento delle piazze , lo stupore degli attentati, lo sgomento della madre che vede dissiparsi nel nulla il valore dei suoi precetti, il disincanto di una più confortante proiezione di vita. In punta di piedi ho tentato di decifrare il mistero della storia sospesa tra passato e futuro, e ne ho centrato le cadute e le incoerenze, le ingiustizie e le prevaricazioni sociali, e, cercando di essere fedele ai principi morali e mistici, mi sono avventurato nei meandri del cuore per capire i sussulti segreti dell’anima”. Ecco che il “privilegio del vivere” diventa la stagione dominante per gli sprazzi di poesia che giocano con la musica del verso e il sussulto del ritmo.
“Sarà vita il tuo volo di falco/ nel fuoco immenso del sole/ al tramonto : misurerà i passi / incerti del mio autunno. / Del tumulto delle prove sofferte/ non resta che il tuo richiamo: / fuggono lontano le voci / che frastornarono i miei / giorni. La mia, rifiorita / dentro i tralci del tuo balbettare/ sereno, veleggia nell’innocenza/ del tuo sguardo …”
La partecipazione del poeta diventa voce dell’immaginario , connesso alla memoria , immerso nella temporalità , agganciato alla speranza , sia tra la presenza delle ombre che incalzano , sia nello splendore delle occasioni palpabili, tutto nella unità di lettura omogenea ed una selezione che si arricchisce pagina dopo pagina per lo spessore che restituisce alla realtà il simbolo del mito e della incandescenza .
ANTONIO SPAGNUOLO
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