INTERVENTO CRITICO = RAFFAELE PIAZZA
Considerazioni critiche sui testi poetici di Luciana Riommi inseriti in “Dentro spazi di rarità” - Antologia Nuovi Fermenti Poesia – 9 - Fermenti Editrice – Roma – 2015 – pagg. 169 - € 18,00
Luciana Riommi, nata a Roma, da oltre trent’anni ascolta esistenze altrui, che accompagna per un certo tratto. Da sempre è impegnata ad affermare la dignità della persona, contro la banalizzazione e la volgarità imperanti, contro ogni forma di violenza culturale, psicologica e fisica.
Ha pubblicato con la Fermenti Editrice la raccolta di aforismi, poesie e racconti 3 d’union con Giovanni Baldaccini e Antòn Pasterius.Suoi testi sono usciti sulla Rivista “Fermenti”.
E’ presente con la silloge Incrocio a raso contraddistinta dalla cifra distintiva di un tono leggero, soave e sospeso, da un articolarsi dei sintagmi carico di grazia e bellezza, raffinatezza, senza autocompiacimenti o virtuosismi. Si può mettere in relazione la professione di psicoterapeuta della Riommi con la sua poetica. Infatti nei versi antilirici prevale un sentire fortemente accentuato, che tende alla riflessione, al solipsismo, al mentale.
La raccolta è costituita da venti testi di varie estensioni, i titoli dei quali iniziano tutti con la lettera minuscola. Anche la parola dell’incipit è sempre in minuscolo e questo dà una sensazione di magia alle poesie.
I versi sono scabri ed essenziali e l’io-poetante si svela limpidamente sulla pagina. La forma è particolarmente raffinata e ben levigata e tutte le poesie sono ben risolte e fluiscono in lunga ed ininterrotta sequenza
La vena è affabulante e nello stesso tempo tendente alla complessità. I versi sono scabri ed essenziali, cadenzati e ritmici e le strofe sono molto compatte e dense. Le varie composizioni, nel loro progredire, sembrano decollare sulla pagina.
Lo stile è cantilenante e suadente e la natura detta da Luciana è rarefatta. In Sembrano parole, la prima composizione, si nota un tono programmatico:-“provo/ ad articolare/ il filo/ di una storia…”.
Il traslato introspettivo si nota fortemente in forse:-“/forse pensieri sottintesi/ filosofie nascoste alla rinfusa/ sui tavoli affollati dei caffè/ dove si spende l’ultima moneta. Povertà – di spirito intendevo - / e si consuma il tempo…//”.
Nel suddetto componimento la partita si gioca tra pensieri e filosofie e la materialità dei tavoli affollati dei caffè, dove si spende l’ultima moneta, che potrebbe simboleggiare l’ultima parola pronunciata. Le immagini sono sempre ben misurate e la voce è quasi sempre tendente al colloquiale e al confidenziale.
Nella poesia eponima predomina il tema della riflessione a livello cronologico:-“magari ho perso tempo/ a misurare la durata di un istante/ a calcolare il diametro di spilli…/”. Quindi, anche il tema della temporalità, nel tentativo di misurare un istante, che potrebbe essere un attimo inteso come feritoia tra passato e futuro.
Il tempo perso si potrebbe riferire anche alle occasioni mancate nella vita e che non si sono tradotte in poesia.
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Raffaele Piazza
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