Liliana Ugolini – "Appunti sul taccuino del tempo – (I dolmen)" --Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 71 - € 15,00
Liliana Ugolini è nata a Firenze dove vive e lavora. Per 16 anni ha condotto per Pianeta Poesia la poesia performativa e multimediale promuovendo la conoscenza di questa particolare modalità di linguaggio. Ha pubblicato 19 libri di poesia, 5 in prosa e 4 di teatro. Da questi sono stati prodotti 12 spettacoli teatrali andati ripetutamente in scena in moltissime performances.
“Appunti sul taccuino del tempo (I dolmen)”, che presenta una nota acuta ed esauriente di Velio Carratoni, intitolata “Appunti temporali”, è un libro che, per la sua complessità, a livello strutturale, si può considerare un ipertesto. Si tratta di un’opera che sottende una grande intelligenza nell’affrontare il suo tema, che è quello della storiografia. Il modo di trattare questa tematica si realizza nella descrizione e in una messa in scena poetica di episodi fondanti del percorso della civiltà. Non manca infatti un andamento generale teatrale nella disposizione del tessuto linguistico molto eterogeneo.
Il discorso si svolge attraverso la trattazione di molteplici avvenimenti del cammino umano, inseriti in ordine cronologico, a partire dal 61 fino al 2014. Ogni situazione, che costituisce un tassello del mosaico complessivo del testo, è trattata in modo composito, secondo la lucida coscienza letteraria dell’autrice. Infatti, per ognuno degli argomenti che vengono detti, dopo l’anno e la definizione dell’evento, in ogni singolo segmento, risulta utilizzata la disposizione di tre parti autonome anche se legate dal filo rosso dei contenuti.
Nella prima ripartizione, che ha una connotazione introduttiva, con un tono affabulante, viene riportato il fatto storico stesso, attraverso brevi periodi staccati tra loro, che hanno un tono didascalico e un afflato narrativo, anche per la mancanza dell’a - capo. Segue una scansione scritta in corsivo dal significato spesso criptico e oscuro nella quale, protagonisti, di volta in volta, sono i dolmen. Essi divengono figure interlocutorie personificate, simboli ed emblemi della condizione dell’umanità, assoggettata inevitabilmente all’usura del tempo ed alla morte. Non a caso i dolmen stessi sono delle tombe megalitiche preistoriche a camera singola e costituiscono il tipo più noto di monumenti megalitici. La Ugolini sembra suggerirci, ricordarci, che tutto scorre e ogni cosa passa, anche se può essere riattualizzata attraverso la parola, che si fa ricordo, con lo scatto e lo scarto memoriale e può divenire insegnamento di vita.
Dopo l’inserto sui dolmen, magico e suadente, scritto in quella che si potrebbe definire una sognante prosa poetica, segue una poesia che esprime di caso in caso, la voce del protagonista della vicenda in questione o dell’ io – poetante che diviene commentatore in versi.
L’autrice ha selezionato, attraverso la durata di due millenni, numerosi accadimenti, più o meno noti, a livello storiografico, che hanno lasciato delle impronte incancellabili e che divengono per ognuno di noi una provenienza. Da notare che le singole circostanze possono contenere una valenza positiva, felice, come le scoperte geografiche o le invenzioni utili, o, al contrario, un’essenza al negativo, carica di male, distruzione e irrazionalità, come le guerre, le stragi o gli attentati terroristici.
Liliana produce, in modo composito e geniale, un nuovo approccio per accostarsi alla storia stessa, molto più piacevole e leggero di quello dei manuali e, ovviamente, notevolmente diverso. Si tratta di una modalità che sottende il sentimento, l’emotività e la bellezza misurata. Sembra, per il lettore, spesso, di entrare, affondare personalmente nei fenomeni trattati, nell’immedesimarsi con essi e con i loro protagonisti, attraverso una fantasia empatica.
Nei versi si raggiunge una forte rarefazione del senso, attraverso una forma densissima a livello semantico e sinestesico, che diviene cifra essenziale della poetica dell’Ugolini, a tratti vagamente neolirica. Intensissimo è il ritmo cadenzato e sincopato che produce una forte ed avvertita musicalità, attraverso una sublime icasticità.
Nel panorama odierno della poesia italiana contemporanea, ma anche andando diacronicamente nella tradizione del nostro paese, l’opera s’inserisce come un unicum, risultato di un’idea e di un’elaborazione originalissima. Anzi, in nessun contesto letterario, anche a livello internazionale, si può presumere l’esistenza di un testo simile.
Scrive Carratoni nella sua nota:-“Una teatrante. Poeta. Prosatrice alla scoperta di cicli incancellabili…”, riferendosi all’autrice, e coglie nel segno restituendoci l’etimo profondo dell’operazione artistica e culturale in Appunti sul taccuino del tempo (I dolmen).
Esercizio di conoscenza tout-court, quello della poeta, nel quale s’intersecano e interagiscono varie linee di codice nel raggiungimento di una composita armonia nella fusione mirabile dei vari frammenti.
*
Raffaele Piazza
Nessun commento:
Posta un commento