lunedì 20 febbraio 2017

POESIA = V. S. GAUDIO

Beckettiana sull’usura di Ezra Pound.
 Stimmung di V.S.Gaudio per “Affari poetici-Una poesia in dono” alla Borsa di Milano │3 dicembre 2016
*
Con usura disse in capo a quale torretta
l’occhio ha una solida pietra squadrata e liscia
l’estremo limite del niente fin fond du néant
per istoriarne la facciata la tête, ce ne fut que
dans ta tête tutto sommato tout compte fait
senza contare i quarti d’ora nessuno vede
dei Gonzaga eredi e concubine
non si fa pittura per tenersi arte in casa
ma per vendere, vendere presto il tuo pane
e la pietra immagina se un bel giorno questo
immagina se questo, un giorno questo
un bel giorno come carta questo senza segala
né farina di grano duro il tuo pane
sarà straccio vieto con usura il tratto
falsa i confini ch’ogni cosa
pur nell’essere ogni cosa
dunque quella là, même celle-là
lungo tutta la spiaggia alla fine
del giorno la lana non giunge
al mercato fin quando le pecore
non rendono allora nessun suono
solo l’usura spunta in mano alle fanciulle
con quanto da dire con l’ago o chi fila
e confonde la tela nel telaio e l’arte
l’artigiano non lascia che il tempo
sui piedi floscio sul dorso che sull’uno
e l’altro, meglio sul proprio culo
si faccia teatro che fa un bel casino
l’usura arrugginisce i coglioni, chiedi al pensiero
vivi e cancella ogni giorno che sia
asciuga la vita, l’esserci che già sbava
dipingimela con usura, metti oro nell’ordito
il cielo incidi sulla soglia, in una stanza
un furfante o la speranza voi che entrate
nella paranza, che vuoto cuore colmo
di sozzura e usura sei, per quanto cedi
il letto a vecchi decrepiti e ti frapponi
tra i giovani sposi ad Eleusi la voce che
dice han portato puttane e ospiti d’usura
i denari di Genova, perché il denaro scarseggiava
in novembre a causa delle tasse, cambi e scambi
impedendo il legittimo consumo di diecimila
scudi basati sui pascoli ai quattro buoi pingui
lucidano ben bene il sedere e li agghindano
per servire il nano nonagenario, un leprotto di chimere
a secco e sopra sei teste di leone, aquile d’oro,
gli stendardi delle contrade, son callipigie le donne
di Siena per via delle salite, per il continuo arrancare
per via dell’allure un po’ di sbieco al bue
che sta lì davanti gli han pulito il sedere per bene
quocumque aliunde tra beni immobili, l’unicorno
e gli altarini sul credito dell’intero popolo
nel nome dell’ Onnipotente e della gloriosa Vergine
Maria Avvocata Nostra salpò da Siracusa
senza denaro a bordo, tagliò le vele e scaricò il petrolio
una notte che l’anima finalmente le si era
incagliata a Malta, l’anima con un’entrata di 10.000 scudi
nella parrocchia di San Giovanni in Aino che potevasi
e non legare al Monte Pio e ai suoi successori della
Commenda Gerosolimitana quando si sentì dire
di averne ancora per pochi momenti non volle crederci
le azioni sono luoghi di Monte, parcelle di terreno
a 100 scudi l’una manco fosse una bisaccia tanto che
così davano 10 scudi all’anno finché il Monte durava
così la vita prese a sorridergli con tutti i suoi denti
la base era il frutto della natura e la volontà
dell’intero popolo anche di notte l’ombra del Sereno Dux
e le sue tutrici e i signori deputati e la Gloriosa Vergine
convocati in riunione nel Consiglio Generale di 117
Consiglieri nella Sala Callipigia del Mappamondo
a suono di campana e voce di banditore
le azioni del Monte rendevano il 20% all’anno
per via del culo delle senesi callipige e del sedere
dei buoi e dell’auctum senis in Parrochia S. Joannis
e della signora Margurita de Pecora Gallo che rimossa
dal registro delle puttane della città di Siena venga
mandata a Roma con 4376 scudi per erigere un Monte
a beneficio pubblico e privato e facilitarla sia lecito
e giustificato fino alla somma di dugentomila scudi
di capitale per frutti di venticinque per cento che sono
cinquantamila l’anno sopra l’entrate dell’offitio de Paschi
di detta città detta somma alla sopradetta Margurita
la puttana da qualche parte lì fuori, proprio come se
come se, qualcosa, giungendo più nulla
nuovamente lo serra, qualcosa lì da qualche parte li fuori
colà, secondo lo stile senese l’anno inizia a marzo,
tanto che a dicembre per prosciugare la maremma
1000 scudi bastano e avanzano, 2000 per riparare
la via Aurelia, per così tanto poco, di nuovo
marzo allora, di nuovo, per così
tanto poco, con 80 milioni di lire prebelliche
facciamo il ponte sullo Stretto
lungo tutta la spiaggia, alla fine del giorno
allora nessun suono, fin quando non richiesti
riprendono i passi, a dicembre unico suono
unico lungo suono, lungo tutta la spiaggia
alla fine del giorno con usura, nessuno ha
una solida casa di pietra squadrata e liscia
con usura non v’è angelo Stuart che con quel
podice a pascolo, se la Banca del pascolo
fu fatta Signoria, il culo callipigio del pascolo
l’avrebbero fatto Ducato
*
 V.S.Gaudio
24-26 novembre 2016

2 Commenti:

Alle 21 febbraio 2017 alle ore 10:17 , Blogger anonima del gaud ha detto...

Antonio, l'ho vista la Beckettiana solo or ora. Grazie. Statte bbuono!

 
Alle 21 febbraio 2017 alle ore 11:04 , Blogger anonima del gaud ha detto...

C'è l'orologio che dovrebbe andare indietro, mi pare, di 9 ore: difatti, ho postato il commento alle 19:17 e invece è uscito 10:17, 9 ore prima che fuso usi a Napoli? A meno che tu non sia, ad occhio, tra l'Alaska e Vancouver...

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page