giovedì 30 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI= LUIGI BALOCCHI

Luigi Balocchi – Atti di devozione
puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2016 – pag. 93 - € 12,00

Luigi Balocchi è nato a Mortara nel 1962. Ha pubblicato vari romanzi e diverse sceneggiature e ha riportato dei premi letterari.
In poesia ha pubblicato “Appunti per la grande Carestia”, 2014.
“Atti di devozione” è una raccolta non scandita e i suoi componimenti sono tutti forniti di titolo.
Tema centrale del libro è quello della descrizione e interiorizzazione dell’amore e della sessualità intellettualizzati e vissuti come riscatto sul male di vivere, il tempo e la quotidianità.
Il poeta si esprime attraverso una parola gridata nel suo tendere all’estasi, frutto del vissuto, che si coniuga all’immaginario di una fortissima sensualità, una grande carica erotica.
A livello stilistico e formale il testo presenta una forte compattezza e i componimenti raffinati e ben cesellati emergono come il risultato, l’esito, di una notevole coscienza letteraria.
Le composizioni, costituite da versi eterogenei per lunghezza, dei quali anche i lunghi hanno un’ottima tenuta nel loro debordare, sono armonici, icastici, luminosi e scattanti nella loro leggerezza e velocità.
Altra tematica del libro è quella della corporeità dell’io – poetante che, a volte, fisicamente smembrandosi, si fa parola, poesia appunto.
Quanto suddetto avviene in Il Dio smembrato nel cui incipit il poeta afferma:-“Ecco il mio piede sinistro, ecco le mie mani, l’occhio/ appeso a un cespuglio,/ le dita ad una ad una conficcate nella terra/ E quella è la mia lingua che stan mangiando i cani,/ il cazzo tra i denti di chi ha fame/”-.
Proprio attraverso la descrizione della frammentazione del corpo stesso e del presunto dolore fisico susseguente, il poeta crea immagini forti, ma sempre controllate pur nella loro indiscutibile violenza.
Tale carica di sensuale fisicità si riscontra spesso anche nel rivolgersi dell’io – poetante ad una figura femminile:-“Se mi avvicino è per leccarti il cuore./ Colarti nel sangue/…”.
Nella gioia dei sensi, che emerge dal colloquio con l’amata, Balocchi tende a fondersi nell’anima e nel corpo con il tu destinatario dei suoi versi, proprio secondo il detto biblico e saranno una sola carne.
E nella carnalità venata di mistico ardore il poeta descrive luminosi papaveri sferzati dal vento e numinosamente l’istante, l’immenso, spazio – tempo salvifico e salutare dove fare l’amore con assoluta libertà nella certezza di una duale redenzione che ha qualcosa di sacro.
Del resto misticismo ed erotismo sono gli estremi di una stessa catena e questo Luigi Balocchi lo sa molto bene.
E non a caso parla del suo coraggio, dell’allegra sfrontatezza della sua etica pornografica.
C’è una vena ottimistica nella poetica di questo originale ed abile autore che pur nominando immagini visionarie, che sembrerebbero violente, riesce a ritrovare anche l’incanto sia pur nella ferocia dell’amore.
E quell’afflato mistico erotico trova la sua esemplificazione nei versi:-“/Mi abbandono, forte vivo, dentro, benedetto in te/”.
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Raffaele Piazza




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