lunedì 25 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUCIA TANGANELLI

Lucia Tanganelli – Poesie mancine--- puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2017 – pag. 59 - € 10,00

Lucia Tanganelli è nata a Roma, dove ha studiato storia dell’arte all’Università “La Sapienza”. Si è poi specializzata in storia dell’arte moderna all’Università di Firenze. Ha svolto lavoro di ricerca per il Censis, con il quale ha pubblicato studi relativi alla valorizzazione dei beni culturali in Italia. Ha lavorato a Roma a lungo come guida museale (a Palazzo Venezia, per le Scuderie del Quirinale e per il Senato, sede di Palazzo Giustiniani). Sta ora svolgendo un dottorato di ricerca in storia dell’arte all’Università di Dresda. Vive dal 2008 a Berlino.
Poesie mancine, il libro di poesia dell’autrice che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una nota critica di Vincenzo Guarracino ricca di acribia.
Cifra essenziale della poetica della Tanganelli pare essere la liricità, sia che il discorso si risolva nel solipsismo, come nella poesia iniziale, intitolata Un lampo, nella quale la poetessa, svegliata nella notte appunto da un lampo, pensa di patteggiare con la morte, sia che la poeta si rivolga ad un tu, presumibilmente la persona amata, figura della quale vengono detti molti riferimenti.
Il libro non è scandito e tutti i componimenti compatti e, nella massima parte dei casi brevi, sono provvisti di titolo.
La raccolta per la sua unitarietà stilistica e contenutistica potrebbe essere considerata un poemetto, nel quale Lucia esprime le sue emozioni e riesce a trasmetterle intensamente ai lettori.
I versi della Tanganelli, ad una prima lettura, un iniziale approccio, sembrano elementari ed essenziali, ma, approfondendone l’analisi, risultano, almeno in svariati casi, compositi e articolati, anche se non sono connotati da una forte densità metaforica e sinestesica e seguono una linea narrativa e affabulante, connotata da nitore e chiarezza.
Il sentimento dell’io – poetante nei confronti del tu è forte e vibrante e viene modulato in maniera lapidaria e icastica con espressioni come vicino a te voglio essere nuda senza orpelli o decorazioni, frase che possiede anche una dose di raffinato erotismo e proprio una vena sensuale pare spesso pervadere questi testi.
Una poesia neoromantica è quella che ci presenta l’autrice e di poesia in poesia sembra di entrare in universo psicologico tormentato che, proprio nelle parole pronunciate con urgenza, trova la sua liberazione e la sua redenzione.
La poetessa pare essere conscia di quanto suddetto a partire dal titolo che ha scelto per la raccolta, Parole mancine, che sembrerebbe alludere ad un riferimento al senso e anche alla trasgressione, elementi che sono tipici della vera poesia.
Lucia è conscia del potere salvifico e catartico della poesia stessa come esemplificato in maniera notevole in Precipizio: - “Sono sull’orlo/ del precipizio/ e mi trastullo/ con questo vizio:/ mi piace scrivere, disegnare. / Sconfiggo la morte/ con la voglia di creare…/” -.
Da segnalare l’uso piuttosto frequente delle assonanze se non di vere e proprie rime che danno ritmicità e musicalità ai testi.
Anche il tema della morte s’incontra in Parole mancine connesso a quello del buio che tutto pare inghiottire nelle sere e nelle notti, quando l’io – poetante rivela una forte paura per l’oscurità.
Così la poeta ci svela il suo universo senza reticenze, creando tout-court con i suoi versi un sentito esercizio di conoscenza.
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Raffaele Piazza





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