SEGNALAZIONE VOLUMI = ALESSANDRO S. DALL'OGLIO
Alessandro S. Dall’Oglio : “Voglio morire a Pietroburgo” – Ed. Ensemble – 2017 – pagg. 84 –
Constatare che un volume di poesie giunga in breve tempo ad una seconda edizione è motivo di grande gioia per chi vive nelle illusioni della creatività espressiva , nella illusione della ricerca della parola , che troppo spesso viene accantonata dalla cultura contemporanea .
Qui i testi snocciolano una frequenza ritmica sostanzialmente scenica , quasi che infiniti fotogrammi rincorrano accenni di lampeggi e irruzioni nel quotidiano , alternando visioni comuni a memorie concluse, tutto in un viaggio calorosamente prezioso , attraverso quello che il poeta chiama paesaggio dell’Eurasia . Un viaggio tra i panorami che offrono i luoghi luminosi dell’Europa e dell’Asia, ed in particolare delle città della ex Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, avventure di un “cosmopolita senza carta di soggiorno”.
La fantasia è un fiume che si nutre di arte , in un campionario di immagini, continuamente rimescolato e volontariamente riordinato, per modulare libertà e varietà di tempi e di visioni . Interrogando la variegata natura che scorre dentro e fori dei luoghi il poeta aggrega dubbi e certezze del suo stesso coinvolgimento estetico e musicale , nella forza di uno stile validamente proposto.
Alcune pagine si offrono come dei veri e propri quadretti variopinti , come scatti che scivolano nello svolgersi del verso , vuoi che il paesaggio offra delicate e improvvise incisioni di spatola , vuoi che le realtà si traducono in esperienze di scambio .
Il rapido passaggio al sociale suggerisce momenti particolari : “Soltanto i ricchi posson esser anarchici,/ perché oggi i nuovi poveri sono inquadrati,/ costretti a rettitudini oltre loro desideri./ Sì, così obbligati a vite esauste del ripetersi,/ che trainano carretti invertiti dai tempi,/ di quando giovani sognavano di sovvertire,/ quasi tutto quell’ingiusto anche sociale,/ né bene né male, solo ricchezza d’anarchia.” – Non sempre la poesia interroga le cose del mondo , al di là del loro significato apparentemente stabile , e rivolge modulazioni astratte alle verità e libertà che il tempo compone , ma spesso intreccia occasioni di incontro scontro in una estetica del dialogo , che, anche se nel potere fragile della parola , esprime il desiderio ineliminabile di raggiungere l’ascolto dell’eterno .
Alessandro Dall’Oglio azzarda la propria umanità per stabilire una strana e simpatica ipotesi : quella di morire in terra straniera , ma teraa amata e coltivata dalla passione del ricercatore.
ANTONIO SPAGNUOLO
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