venerdì 15 giugno 2018

SEGNALAZIONE VOLUMI = ELIO GRASSO

Elio Grasso : “Lo sperpero degli astri” – Ed. Macabor 2018 – pagg.62 - € 12,00
Novantuno componimenti , tanti quanti i giorni di una stagione . “E’ il numero triangolare e somma perfetta dei primi 14 numeri” – così scrive Elio Grasso in una breve nota a conclusione del volume , una specie di frase indovinello per chi voglia giocare con le pagine e con le parole . Ma la poesia si mostra come colore , come qualità delle cose , a sua volta preformata come complesso musicale e tratto primario del taglio di una contesa, secondo l’intera policromia della fragranza. Per il poeta il ritmo rischiara, e concede l’apparire e lo scorgere quella luminosità, che assume l’aspetto del suono . Qui le figure alternano equilibri di paesaggi ad improvvise visioni , fragranze di fogliami ad avventure di libri , balzi profumati di aprile a scontrosità da lupi , passaggi nel sottobosco a sussulti leopardiani , invocazioni per il tramonto a rincorse del sesso. Poesia che ricuce spaccature ed esalta il ritmo privilegiato del racconto , tutto intessuto in una personale intensificazione nel tentativo di allontanare da se ogni illusione. Superficie e profondità hanno l’apparenza dei suoni che il cielo-ambiente riconcilia nel vivere quotidiano, mentre la ricerca dell’altro da se è nella conquista delle identità degli astri , che vagano nello spazio e nel tempo. La tensione esplorativa si carica di energia e procede per contaminazioni e sconfinamenti , per correlazioni e connessioni, per sfioramenti celesti e affondi turchini , a catturare il sogno impregnato di illusioni , alla ricerca di un universo stellare , guidato al fantasma onnipresente dell’immaginazione. La poesia di Elio Grasso ha inconsce fonti affettive ed interagisce con inquiete associazioni di immagini , dal lume del mare con i suoi “tremori dell’onda” alle “annose fatture per litanie presunte e per cosce divaricate” , dall’ultimo “talamo che sembrava compagno del freddo” alla rivolta per “lo scudo della giustizia”. L’immaginario infine è gemmazione spontanea e rivelatore di un tempo frantumato nell’inconscio .
ANTONIO SPAGNUOLO

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