sabato 8 dicembre 2018

SEGNALAZIONE VOLUMI = ORONZO LIUZZI

Oronzo Liuzzi : “ Lettera dal mare” – Ed. Oèdipus – 2018 – pagg.74 - € 12,00
Il flusso che si sprigiona da queste ondate ininterrotte, incise nelle frasi e severamente proposte, trasforma e coinvolge la lettura che vorremmo accettare, trascinando in una vertigine che si avvera pagina dopo pagina , quasi a voler coinvolgere in una strana inquietudine , che dal segno luminoso dello sguardo affonda nel nodoso incubo del quotidiano. “mio fratello mio fratello” , invoca il poeta ripetutamente, descrivendo passi di vita quotidiana che un disperato protagonista tenta di affrontare fra le difficoltà ambientali , sociali , politiche , psicologiche , quasi avvolto in un immaginario registro di “orrori , torture, stragi , incubi” dell’esuberante male che gravita nell’umanità. E’ il concetto cristiano di fratellanza e non di sangue, che Oronzo Liuzzi cesella in queste pagine. Ognuno di noi è un migrante. Quante volte desideriamo una realtà diversa dal quotidiano, liberarci da situazioni che ci opprimono e soffocano la nostra anima, la nostra psiche verso spazi aperti. Non un distacco, ma essere umanamente partecipi sulle rovine dell’io di ‘mio fratello’, un fratello che potrebbe essere chiunque. Ecco che le figure si alternano colorate vivide tra gli sguardi inquieti , in un viaggio di fuoco che risuona alle orecchie , in frasi che imprecano la rabbia , in allucinazioni che vedono con timore il dolore , la morte , l’odio , la rinuncia, cercando di temprare le forze per ammorbidire la convulsa picchiata del cuore. Oronzo Liuzzi scrive in prosa poetica , più che in poesia dagli schemi classicheggianti . Non il ritmo incalzante dell’endecasillabo , di rime , di strofe , di a capo , ma il rigo lunghissimo, che riempie la pagina , in un riversarsi di frasi che riescono a ricamare il ritmo ben intrappolato nel segno. “Non mi interessava abolire l’endecasillabo,- mi scrive il poeta - il ritmo o costruire una prosa poetica o rifarmi all’attuale tendenza giovanile. Avevo bisogno specificatamente per ‘Lettera dal mare’ di creare una metodologia poetica non in verticale, bensì un orizzonte d’interrogazione sull’idea del viaggio, del fluire veloce sulle profonde e misteriose acque di mare. Un concetto minimalista del verso, della parola e della scrittura per attraversare mondi, tempi, realtà e confini diversi, portando alla luce il sospeso e l’indefinito. La prosa descrive, narra, la poesia sintetizza, va direttamente all’essenza del pensiero e dell’immagine. Una lingua capace di aprire nuovi squarci nelle oscurità della vita per approdare finalmente e con tutte le sue forze al porto della speranza.” Il dettato poetico , checché ne scrivano alcuni professoroni saliti in cattedra e detentori di piccoli poteri nei loro orticelli di scrittura , non è privilegio della massa informe e disattenta , ma è il dono che un bagaglio culturale riesce a realizzare nel subconscio del “compositore” , una voce che ha l’energia del fulmine ed il potere della fascinazione.
ANTONIO SPAGNUOLO

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