SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA LO BUE
Francesca Lo Bue: "ITINERARI" Società Editrice Dante Alighieri 2017 pp.152 Euro 8,00
VERSO IL GIARDINO DELLA NASCITA
Gli itinerari di Francesca Lo Bue cercano la Casa antica, dove finalmente trovare il
libro.
E’ il libro oscuro della poesia, dove le parole intessono l’enigma da decifrare dentro
sillabe nascoste nel sogno. Sogno e Sognare si ripetono nei versi diciotto volte circa :
sono un sogno e un sognare che vivono, parlano, interrogano e rispondono di notte.
La notte, infatti, è regina degli ITINERARI dell’autrice che cerca di farsi aiutare dalla
Luna per trovare la strada maestra, bussola, l’iride del cuore. Ma la via è oscura,
cosparsa di astuzie e trappole e Luna e cuore non bastano. Francesca, allora, ricorre
ai semi, quelli contenuti nei nobili alfabeti, sicura che possano salvarla e li spande
pagina dopo pagina, certa che non la tradiranno. Ricordo che, anni fa, dopo la
presentazione d’un suo libro, a Firenze, proprio alla Casa di Dante, Francesca mi
donò un piccolo vaso decorato con dentro alcuni semi, dicendomi parole gentili che
nel tempo sono germogliate e che continuano a farlo, libro dopo libro… Di altri
semi/parole ha cosparso le pagine della silloge ( ho contato dieci volte il termine
semi ) che porta al libro per eccellenza, alla parola che cerca se stessa, dopo essere
stata in esilio : alla Poesia, dunque, che, secondo la bella definizione di Francesca,
diventa un nuovo libro quando viene letta, perché il lettore immette la sua
interpretazione, traducendo la lingua del libro attraverso il sentimento del proprio
cuore.
A pagina 96 di ITINERARI c’è una poesia dal titolo VISIONARIO, ma è visionario tutto
il libro di Francesca, che, tra Pizia e Sibilla, sentieri enigmatici dove la Fenice risorge,
l’Angelo veglia e il Padre ha occhi e presenza di giovinezza ( p.142), si disegnano
sogni, trance e ispirazioni dove l’autrice cerca il verbum dell’origine che, dall’esilio, la
porti finalmente a casa : là dove si trova l’albero della vita nel giardino della nascita.
Una ricerca, un’ansia, una tensione, queste, dovute alla mancanza celata nel più
fondo dell’autrice, una mancanza che le avvolge lo sguardo come benda su una
ferita. Così riesce a riconoscere i fantasmi e ad aprire scrigni d’immagini e nomi con
la chiave dell’inconscio e del mito. Tutto ciò, presente nel suo ultimo lavoro,
percorre ogni spazio dell’intero itinerario poetico di Francesca Lo Bue.
Mariagrazia Carraroli
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