venerdì 24 maggio 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANFRANCO VACCA

Gianfranco Vacca – Se il silenzio se io ascolto, se i tamburi-- puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2019 – pag. 73 - € 12,00

Gianfranco Vacca, caprese, nasce nel 1959 a Napoli e ha vissuto a Genova e poi a Roma.
Nel 2011 ha pubblicato la raccolta di poesie dal titolo Sarebbe stato un ottimo pazzo e nel 2013 Cinepresa mistica (puntoacapo Editrice).
È inserito nel Fiore della poesia Italiana, a cura di M. Ferrari, V. Guarracino, E Spano (puntoacapo Editrice, II ed. aggiornata 2016).
Se il silenzio se io ascolto, se i tamburi, la raccolta di poesie di Vacca che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una postfazione di Gianfranco Isetta esauriente e ricca di acribia.
Il libro è scandito in due sezioni Il viaggio e La casa.
I componimenti della raccolta si possono dividere in due categorie: quelli forniti di titolo e quelli senza titolo e questo crea l’implicazione consistente nel fatto che i secondi restano maggiormente nel vago.
Cifra distintiva della poetica del Nostro è quella di una vena tout-court neo lirica che a volte sfiora l’elegiaco, fatto raro nel panorama della poesia italiana contemporanea.
Tale caratteristica si coniuga con una linearità dell’incanto raggiunta attraverso una parola precisa, leggera e nello stesso tempo icastica.
In ogni componimento è riportato il luogo dove è stato scritto e predominano le composizioni scritte a Capri dove il poeta risiede e altri luoghi d’ispirazione sono stati Roma e Istanbul e c’è una poesia scritta tra Capri e Roma.
Protagonista del testo pare essere una natura idilliaca detta sapientemente tramite una forte densità metaforica e sinestesica.
Il poeta anche attraverso il ritmo armonico e sincopato raggiunge effetti di grande bellezza nelle sue descrizioni accompagnate dalla forte presenza di un io – poetante che si effonde con accensioni e spegnimenti.
Anche il senso del tempo che passa connesso a quello dell’identità è presente nel libro come quando Gianfranco scrive che ieri era egli stesso e che oggi è sempre lui e ieri una rosa era una rosa, la rosa detta frequentemente negli eterni giardini della poesia che per antonomasia diviene simbolo di bellezza e amore.
Gianfranco Vacca fa rivivere nel lettore gli incanti dell’isola azzurra nella quale vive e questo provoca emozioni nel lettore che leggendo i versi, immergendosi nella pagina riesce a rivivere situazioni vissute a Capri che come tutti sanno è considerata una delle più belle isole del mondo.
Stupore, magia e meraviglia trapelano dai versi di Vacca che riesce a produrre composizioni sempre ben risolte e controllate a livello stilistico.
Particolarmente bella e riuscita la prima poesia del libro con il bellissimo incipit Il cielo era un’ipnosi di stelle nella quale, dopo la parte descrittiva iniziale, l’io – poetante afferma che partirà chiedendo perdono da isola a isola, nel lasciare solo un tu del quale ogni riferimento resta taciuto e che presumibilmente è l’amata.
Immedesimandosi nell’omerico Ulisse il poeta continua dicendo che sosterà la terra di un sogno per lasciarsi attendere in ogni Penelope del mondo.
Il linguaggio è sempre misurato, raffinato e ben cesellato nella sua intelligente articolazione complessa e chiara nello stesso tempo: - “Quando sarai sulla cima delle cose/ manterrai il coraggio/ se anche il mare si allontana/via da te? /”-.
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Raffaele Piazza

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