martedì 26 novembre 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = WANDA MARASCO

Wanda Marasco – La fatica dello stormo--La Vita Felice – Milano – 2019 – pagg. 91 - € 13,00

Wanda Marasco è nata a Napoli. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia e un romanzo; suoi testi sono stati tradotti in inglese, spagnolo, tedesco e greco; tra i riconoscimenti più importanti il Premio Montale e il Premio Bagutta “Opera prima”.
"La fatica dello stormo" è un testo non scandito e presenta tutti i suoi componimenti senza titolo: anche per questo elemento, oltre che per la sua organicità intrinseca, può essere considerato e letto come un poemetto.
La poetica espressa dalla poeta in questa raccolta può essere considerata neolirica ed è connotata da un tono molto alto.
Colpiscono la leggerezza e l’icasticità del dettato e il nitore e la velocità dello stile.
Sono caratteristiche evidenti della raccolta una forte densità metaforica e sinestesia e un notevole equilibrio formale; il tono è colloquiale e caratterizzato da chiarezza nella sua pur incontrovertibile complessità; il tessuto linguistico è articolato.
L’io poetante, a volte, si rivolge a se stesso in modo solipsistico; nella maggior parte dei casi si rivolge ad un tu al quale vengono dedicati quasi tutti i componimenti.
Il tu, presumibilmente la figura maschile di un passato amore, viene riattualizzato nella memoria con uno scatto e scarto memoriale e pare emergere da un’arcana provenienza.
Nel versificare dell’autrice si avvertono una certa dolcezza e un senso di felicità nel dolore.
Oltre la tematica amorosa, che è centrale, è presente il tema del volo, sia dello stormo, come dal titolo, sia della colomba tunisina.
Fattore essenziale, caratterizzante tutta la raccolta, è quello di una quotidianità, che pur essendo detta con urgenza, è priva di riferimenti concreti, basandosi l’ordine del discorso su parole di sentimento.
La cifra dominante che trapela dalle pagine è quella di un acuminato senso del dolore che appare controllatissimo e sublimato, per usare un termine psicoanalitico, tramite il medium di una poesia, che tende all’estasi e alla vertigine, nonché alla redenzione.
Tuttavia, anche se raramente, si constatano accensioni di gioia come nell’incipit di un componimento, uno dei primi della raccolta:-“Alleluia in una camera d’albergo/…-”.
L’armonia e la musicalità dei versi è raggiunta attraverso il ritmo armonico e sincopato.
Nei versi rarefatti è presente un forte senso della corporeità come quando l’autrice scrive che riavrà quella presenza nelle sue vene dove per vivere verrà appunto quella presenza misteriosa, in un’immagine veramente alta.
Nel suo intervento critico ricco di acribia Milo De Angelis scrive che la poeta in questo libro prosegue il suo colloquio con le ombre; prosegue il suo dialogo con le “chiare o cupe cicatrici di chi è passato”. E qui il passato non è solo il tempo perduto, ma è un tempo di perdita, in continua e incessante perdita; si intreccia al presente, e lo fa più vivo, e tragico, lo abbraccia in una stretta amorosa.
Una raccolta che scava fino in fondo nelle regioni catartiche e salvifiche della parola poetica stessa.
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Raffaele Piazza

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