Domenico Cipriano : “La grazia dei frammenti” – Ed. Giuliano Ladolfi – 2020 – pagg.140 - € 12,00 –
Nel 1985 Luzi avviava il suo volume “Per il battesimo dei nostri frammenti”, dedicando pagine armoniose alla sua poesia, che si arricchiva allora di momenti fantasmagorici. Ora Domenico Cipriano ci offre, con un titolo che risuona e fa da eco, una raccolta delicatamente ricca di ritmi, assemblando, dai volumi pubblicati in un arco di circa venti anni, quelle poesie che danno il “corpo” sostanzioso alla “parola”. Dal doloroso vissuto del mese di novembre del 1980, quando la terra dell’Irpinia tremò per minuti interminabili, provocando danni e vittime senza alcuna pietà, ricucendo, con la scrittura attenta e timidamente sommessa, memoria e palpitazioni per le grida che aprivano il cemento ed il ferro in crepacci vertiginosi, e “nella terra si moriva”, la raccolta sfoglia le varie pubblicazioni in ordine cronologico. Una vera antologia tratta da “Le stanze nascoste”, “Il centro del mondo”, “L’origine”, sino alle inedite composizioni di “Nel bicchiere da consumare”. Un diario accurato e variopinto nel quale il poeta immerge ricordi e immaginazioni, simboli del viaggiatore tra luoghi ed accensioni, evanescenze di bicchieri cristallini e sospensioni del sorriso, sequenze del sogno e strappi di giornali, affanni al cielo che precipita nei colori del tramonto e metafisici disegni delle rocce. Scrittura dal tocco sicuro e corposamente alimentata da un bagaglio culturale di tutto rispetto, cosciente di una tensione espressionistica che coagula la realtà circostante al di fuori del piano dell’astrazione, per folgorazioni di esperienze laceranti o di sorridenti accenni musicali, soluzione che codifica ancora una volta lo splendore del sentimento.
ANTONIO SPAGNUOLO
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