Loris Maria Marchetti – Creatura di vetro---Edizioni del Leone – Venezia – 2019 – pag. 63 - € 18,00
Loris Maria Marchetti (Villafranca Sabaudia 1945) ha all’attivo una ventina di opere poetiche, spesso premiate, due volumi di racconti, un romanzo breve e alcune raccolte di elzeviri e prose varie.
La raccolta di poesie di Loris Maria Marchetti della quale ci occupiamo in questa sede è scandita in tre sezioni: Promenade, Quartettino, e Amico maggiore, sezioni precedute dal componimento Riti di passaggio, che ha un carattere programmatico e introduttivo.
Perché Creatura di vetro? La risposta pare fornircela la poesia eponima situata nella seconda scansione, parte che sembra avere un nome musicale se tutte le arti sono sorelle tra loro.
Innanzitutto viene a questo proposito di dare una definizione della parola creatura che sembra designare un essere innocente, un neonato, un bambino, qualcuno che abbia una verginità morale e che non conosce il male né tantomeno lo compie. Con l’adolescenza la scoperta del sesso infrange la suddetta condizione e da adulti si diviene persone capaci di avere una visione critica della realtà, cosa difficilissima nella nostra contemporaneità che è il regno della liquidità e dell’effimero nella quale l’essere è sopravanzato incontrovertibilmente dalla mentalità dell’avere e del consumismo che fanno decadere i valori in una società dove si perde il senso vero della vita e dei sentimenti che abdicano alla mera apparenza.
Ecco allora che la creatura (di vetro) può divenire un viatico per non recitare la vita stessa ma nel viverla pienamente e se possibile felicemente.
E allora entra in scena la poesia come traslato dell’esistere che salva e Marchetti sa darci versi magici senza avere paura di nominarla la parola fatidica felicità, che nella sua poetica pare identificarsi con l’amore ricambiato che è ovviamente anche erotismo e l’erotismo il poeta lo sa descrivere magistralmente mettendo in scena figure di ragazze che nelle sensuali descrizioni evocano nel lettore sensazioni che sembrano essere sempre state in lui e che maieuticamente il poeta sa delneare dando un forte senso al desiderio qui come in altre raccolte.
Entrando nel merito del componimento Creatura di vetro, il poeta in questa composizione si rivolge ad un tu, presumibilmente l’amata, e le chiede che se deve fargli un regalo di elargirgli appunto una creatura di vetro che diviene correlativo oggettivo per un ritorno all’innocenza se questa è una cosa possibile in un mondo dove il male e il dolore dilagano.
Il poeta infatti chiede che questa figura lo protegga dal corteo opaco dei paurosi giorni.
Il poiein di Loris Maria ha qualcosa di magico e avvertito, un fattore x che di raccolta in raccolta l’autore sa riproporre con una scrittura icastica, magica, raffinata e ben cesellata.
Non è una cifra neolirica tout-court quella che connota i tessuti linguistici del Nostro e tuttavia i tessuti linguistici si aprono continuamente ad accensioni piene di bellezza e dominante è un io-poetante di un poeta che ha il dono di sapersi meravigliare di fronte alla vita stessa anche se quest’ultima sembra dare scacco.
*
Raffaele Piazza
Nessun commento:
Posta un commento