SEGNALAZIONE VOLUMI = GIORGIO MOBILI
Giorgio Mobili – Dimenticare un hotel---puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2020 – pag. 79 - € 12,00
Giorgio Mobili (1973) vive negli USA dal 1999. Attualmente insegna alla California State University di Fresno. È autore di vari saggi e di uno studio. La sua poesia in lingua italiana è apparsa nel volume collettivo 1° non singolo: Sette poeti italiani (2005) e in varie riviste. Ha pubblicato due raccolte in lingua italiana e una in spagnolo. Per puntoacapo ha pubblicato il libro di poesie Waterloo riconquistata.
"Dimenticare un hotel", la raccolta di poesie del Nostro che prendiamo in considerazione in questa sede presenta una postfazione di Alessandra Paganardi esauriente e ricca di acribia.
Il testo non è scandito e per la sua unitarietà contenutistica e formale potrebbe essere considerato un poemetto.
Cifra distintiva della poetica di Nobili espressa nel testo è quella di una vena intellettualistica che a tratti diviene criptica e oscura con un accumularsi delle immagini, di poesia in poesia, che è spesso caratterizzato da una connotazione anarchica, che giunge a sfiorare l’alogico.
Un’atmosfera di onirismo purgatoriale domina in molti componimenti e nel leggerli, per la magia delle atmosfere evocate, sembra di affondare nella pagina.
Icasticità e leggerezza sono le caratteristiche prevalenti nel libro e il discorso si fa denso e intenso nei vari tessuti linguistici.
Dominano densità metaforica e sinestesica in un rivelarsi di parole che si fanno immagini cariche di accensioni e spegnimenti.
La scarto dalla lingua standard, nel linguaggio di Nobili, raggiunge livelli notevolissimi e l’esito di quella che si potrebbe definire un’originalissima sperimentazione è quello di una scrittura neo orfica, fortemente imbevuta di mistero nella sua controllata ridondanza.
S’incontra nella lettura un tu del quale quasi ogni riferimento resta taciuto, al quale il poeta si rivolge non sentimentalmente, ma in maniera filosofica e speculativa.
Tale misteriosa presenza potrebbe essere identificata come una figura femminile, un’amata, quando il poeta, rivolgendosi a lei, le dice che vorrebbe stare sotto le sue lunghe ciglia.
Una fortissima densità sinestesica, metaforica e semantica emerge nelle concentratisime composizioni cariche di un avvertito ipersegno e gli scenari evocati sembrano essere spesso quelli delle città americane che esprimono il mito del nuovo mondo pur con tutte le loro contraddizioni.
Coglie nel segno la Paganardi nel suo scritto quando parla di tempo a una dimensione nel poiein del Nostro perché entrando nel merito di questi componimenti si nota come il poeta, tramite la magia di una parola detta con urgenza, riesca a unificare nelle immagini prodotte passato presente e futuro attraverso l’attimo nel raggiungere un affascinante straniamento.
Del tutto antilirica e anti elegiaca la produzione di Giorgio e attori, comparse e figuranti come gli anonimi passanti acquistano fascino perché rappresentanti di vite presunte che potrebbero essere quelle di ciascuno di noi.
Particolarmente alta la composizione eponima che chiude il volume nel quale si parla di un hotel che senza limiti impalma il panorama.
E l’albergo stesso potrebbe nell’oscurità della materia trattata simbolo e luogo dell’amore e non a caso le parole iniziali dell’incipit sono quei due.
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Raffaele Piazza
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