SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA LO BUE
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Francesca Lo Bue – L’emozione della parola--Edizioni Progetto Cultura – Roma – 2010 – pag.142 - € 14,00
Francesca Lo Bue nasce a Lercara Friddi (PA); ha pubblicato numerose raccolte di poesia in lingua spagnola e in italiano; vive e lavora a Roma.
L’emozione della parola, la raccolta di poesie di Francesca Lo Bue che prendiamo in considerazione in questa sede presenta il testo a fronte in spagnolo, elemento che per il lettore bilingue aumenta il fascino e il pervadente senso della lettura.
Il libro non è scandito e per la sua unitarietà strutturale, formale e contenutistica potrebbe essere considerato un poemetto.
Una poetica descrittiva, nella quale s’insinua una venatura intellettualistica, connota questo volume che, a partire dal suo titolo s’inserisce nella categoria dei testi poetici che riflettono su sé stessi in modo autoreferenziale nel dire con urgenza, in questo caso, con una parola raffinata e ben cesellata, il tema della poesia della poesia, della parola nella parola.
Il primo componimento della raccolta ha un titolo programmatico a partire dal suo nome Nota, come se fosse un’annotazione sul carattere stesso del poiein dell’autrice.
Nell’incipit della suddetta composizione viene detto che la Patria è il cuore e l’espressione delle parole del cuore e non un’entità geografica e nel nominare la parola Patria è presumibile che la Lo Bue si riferisca a qualcosa di iniziale e iniziatico che potrebbe essere una genesi o un luogo fuori dallo spazio e dal tempo.
Una forte densità metaforica e sinestesica diviene la cifra essenziale di questa scrittura e una forte vena neolirica pare connotarla tout-court, vena che raggiunge un esito veramente alto nello splendido verso: una terra bianca cade dal vuoto di una clessidra, verso nel quale la stessa terra potrebbe significare sia un posto innocente per la sua tinta candida sia un qualcosa di consistenza vaga come la polvere che segna il tempo nella clessidra stessa.
Associato al tema della parola pare essere il tema del tempo vissuto come ricerca di una provenienza e in La parola viene detto il tema del tempo stesso con un riferimento pressante al passato che si smarrisce e molto pregevole è la sinestesia usata dalla poetessa succo del passato.
È presente anche la tematica del dolore che nell’essere nominato elegantemente trova la sua redenzione e molto belli e affascinanti sono i versi nei quali Francesca si rivolge ad un tu al quale dice che si affacciò sulla sua solitudine e che da allora la solitudine dell’io-poetante stesso non è più vuota e muta non è più sola e surreale è intrigante è l’immagine di una solitudine che non è più sola che evoca una parvenza di nonsense.
L’ordine del discorso della raccolta nella sua densa e coesa essenza pare essere connotato da una vena icastica e nell’esplicitarsi di una forte dose d’ipersegno nonostante caratteristica dei componimenti pare essere una certa chiarezza che si coniuga egregiamente alla sua leggibilità.
Un senso vivo di mistero ed inquietudine nel quale non mancano atmosfere di luci e ombre kafkiane pare serpeggiare nell’intera raccolta e tutte le poesie icastiche e nello stesso tempo leggere esprimono qualunque sia il tema sia toccato una tensione verso l’azzeramento dell’essere che è lo stesso io – poetante, finalizzato a cercare l’essenza.
Raffaele Piazza
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