SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA D'ERRICO
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Francesca d’Errico – Bianco antico--Aletti Editore – Villanova di Guidonia (RM) – 2019 – pag. 45 - € 10,00
Bianco antico, la raccolta di poesie di Francesca d’Errico che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta un’introduzione di Alessandro Quasimodo esauriente e ricca di acribia.
Si tratta di un volume non scandito che, per la sua unitarietà formale e contenutistica, potrebbe essere considerato un poemetto.
Protagonista pare essere l’io –poetante nel suo ripiegarsi su sé stesso nell’interanimarsi con una natura amata e sentita con una forte sensibilità nell’effondersi del canto che fortemente emoziona il lettore.
Programmatico il componimento d’apertura intitolato “Magica sintassi” nel quale in maniera intellettualistica la poetessa riflette sul poiein stesso e la “Magica sintassi” non è altro che una definizione dello scrivere versi tra sospensione e mistero, evento catartico e salvifico anche simile ad un’alchimia.
La suddetta composizione ha sicuramente una valenza programmatica e particolarmente densi sono i tre versi della chiusa dove sono nominati un’incustodita commozione e un anonimo ristoro emancipato dall’inchiostro perché la poesia stessa può essere una forma eccellente di emancipazione e liberazione del poeta e non a caso si può parlare in questo frangente di pensiero divergente, pensiero che è il filo rosso che guida tutte le attività creative e artistiche.
Una poetica vagamente neolirica pare essere quella messa in scena dalla d’Errico, venata come si diceva da introspezione che si disvela nelle composizioni sempre scabre ed essenziali.
Le poesie sono assertive e concentrate nella loro brevità cosa per la quale potrebbero essere considerate quasi come degli epigrammi.
A volte c’è la presenza di un tu al quale la poetessa si rivolge del quale sono dati pochi riferimenti.
A tratti i versi sono connotati da una vena anarchica che sfiora l’alogico e sono intrisi di elementi filosofeggianti.
Come scrive il critico nell’introduzione nella silloge Bianco antico riscontriamo colori intensi quasimodiani: azzurri, verdi, gialli, vermigli. Il titolo della raccolta associa il ruolo della luce alla tradizione, al passato e il termine antico ci ricorda i classici sempre attuali.
La natura in una forma rarefatta, scabra e animata viene detta con urgenza e fa da controcampo ai versi prevalenti fatti di riflessioni e in Fenditure vengono detti i licheni audaci, come se questa specie vegetale potesse diventare umanizzata.
In Atomi di pace, la poetessa si apre all’ottimismo con una fortissima densità metaforica e sinestesica, tratto saliente dell’ordine del discorso dell’intera raccolta che brilla per la sua forte icasticità che si coniuga sorprendentemente a leggerezza e luminosità nonché a velocità.
In questa alta composizione nell’incipit sono dette bozze di sorrisi tradotti e perspicaci come se questi fossero un preludio alla felicità nella nostra liquida realtà nella quale anche tramite la poesia si arriva alla fusione con la natura e alla pienezza dell’essere.
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Raffaele Piazza
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