SEGNALAZIONE VOLUMI = PIETRO OLIVARI
***Pietro Olivari – Momenti poetici----Scrittura Presente/Poesia – Firenze – 2020 – pag. 39 - € 10,00-----a cura di Carlo Olivari
Pietro Olivari, l’autore della plaquette di poesia che prendiamo in considerazione in questa sede, nasce a Genova nel 1907. Temperamento sensibilissimo fin dall’infanzia, dotato di viva fantasia, con tendenza alla poesia fin dalla prima adolescenza, con senso forte anche della musica.-- Ha esercitato la professione di Avvocato civilista. Antifascista per religioso senso della libertà fu clandestino nel 1944 – 1945. Scrisse versi che, per umiltà, non volle mai pubblicare. Morì nel Novembre 1971 a Genova, dove trascorse l’intera vita.--- Opera postuma dunque Momenti Poetici pubblicata per volontà del figlio Carlo che è anche autore dello scritto toccante e profondissimo intitolato Una lettera, che precede le poesie alle quali segue una poesia tripartita dello stesso Carlo dal titolo A mio padre, costituita dai segmenti Agonia, La morte e Presenza eterna. Una vena introspettiva e melanconica sembra caratterizzare il poiein del Nostro che esprime una poetica tout-court neo-lirica Il testo non è scandito e per la sua unitarietà tematica, strutturale e formale potrebbe essere considerato un poemetto. Nei componimenti si avverte la presenza di un ritmo cadenzato e sincopato che crea una gradevole musicalità anche attraverso il frequente uso di rime, assonanze e allitterazioni. Nel dire di sé stesso e di figure di parenti o amici si nota un forte senso di biografismo creaturale e sembra di ritrovare nel poeta attraverso il suo stile originale un vago rifarsi alla poesia del primo Novecento. Il discorso del Nostro si rifà spesso ad una religiosità sentita come conforto nel suo interrogarsi sulla vita, la morte ed un’eventuale continuazione della vita stessa dopo la morte. Non a caso riguardo a quanto suddetto in Come prima Olivari immagina di stare nella tomba mentre su di essa un’ingenua capinera si posa. L’uccello sembra all’io – poetante, in un quadretto tra il visionario e l’idilliaco, leggere le parole scritte sul sepolcro che inneggiano alle virtù defunte del poeta stesso e sembra addirittura contemplarle. Poi il morto in modo veramente surreale si gratta il teschio e si addormenta dopo avere avvertito il volatile di guardarsi da un bel gattone che si avvicina lento. In Fede trova il suo posto la religiosità del poeta quando afferma che Dio si può riconoscere nella vampa che dilania le stelle, nel cane che strascina la zampa spezzata, nell’occhio fisso del rettile che inchioda la vittima in un gelo d’orrore e nello stagno del cuore livido, tristo, che uguale riflette abiette ombre e il volto, esangue, di Cristo, nel produrre inedite immagini fantasiose che tra loro creano accostamenti veramente originali per la loro eterogeneità. In Anniversario 22/10/1942 il tema della morte è trattato anche con il riferimento alla guerra e qui il poeta si riferisce a suo padre e a sua madre uccisi nel conflitto. Anche una vena ironica serpeggia in alcuni dei testi per esempio in quella poesia che apre il libro intitolata A Gianna, vecchia amica nella quale come raramente accade il poeta si apre ad una forma giocosa nel celebrare in versi la festa di San Giovanni Battista che gli ficca un altro anno nel fagotto. Quindi il tema dell’incontrovertibile fugacità del tempo ed è sottinteso che il poeta abbia scritto i suoi versi nel tentativo di renderla meno dolorosa.
*** Raffaele Piazza
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