SEGNALAZIONE VOLUMI = RITA PACILIO
**Rita Pacilio: “Cosa rimane” (romanzo) – Ed. Frecce – pagg. 114 - € 13,00
Susseguirsi frastagliato, e allo stesso tempo incandescente, di fotogrammi cesellati con una scrittura limpida, serrata, piacevolmente celere, primaverilmente acidula. Una storia composta da microstorie che dal quotidiano librano verso una vertiginosa sorpresa del subconscio, pronto a suggellare le ansie e le illusioni del personaggio chiave. Un concatenarsi che sembra non potersi sciogliere a suo piacimento.
Qui le metafore corpose hanno l’abbandono della realizzazione, vincolate spesso all’inconscio e al preconscio che con tutta la sua malcelata magia riesce a decantare momenti di ombre alternati a lucidi passaggi. Un fascinoso e distorcente coagulo narrativo illuminato da eventi che sospendono l’attenzione per poter riallacciare la sintesi che viene proposta.
Lorena è un personaggio complesso, forgiato nelle esperienze che si susseguono, avvinto dai sentimenti che attanagliano ogni individuo, tra l’amore ed il timore, tra il tentennamento e l’illusione, tra il desiderio e la rinuncia, tra le illuminazioni della coscienza e la fuga dell’intimo tremore. Le scene che Rita Pacilio cesella con policromatica valenza ci accostano a personaggi improvvisi: l’uomo incomprensibile conosciuto in rete, gli amici che si accostano al centro di ascolto, il solitario fallito e sempre in fuga, la portinaia che cerca il colloquio confidenziale, e Clara, l’amica che procura in momento di morte una chiavetta USB custode di missive e segreti. Si accavallano ricordi amorevoli e dolorosi, dei tempi dell’infanzia e dell’adolescenza, intrecciando i momenti dai lenti movimenti.
Tutto scorre in pagine che si agganciano nella creatività, dall’angoscia interrotta ai mancamenti repentini, ai primi contatti carnali, al fascino di una malia.
Gli approcci sessuali vengono delicatamente accennati così che il lettore dovrà avviarli e completarli soltanto con la propria immaginazione, in sospensioni che appaiono costellazioni momentanee, risplendenti di un vago possesso.
Rita Pacilio rincorre con abilità i fantasmi della creatività ricamando il vissuto, attraverso un bagaglio culturale di notevole spessore, e aprendo il sortilegio delle immagini in un’alchimia che è solida tessitura.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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