martedì 24 ottobre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARINA PETRILLO


**Marina Petrillo: “Indice di immortalità” – Prometheus Editrice - Milano 2023 - pp. 128 - € 18,00
“Indice di immortalità” è opera talmente ricca e complessa che a tutta prima si rimane sconcertati.
È un libro di poesie o di filosofia? Poesie che si alternano a pagine di filosofia, ma non usuali e di stretto metodo filosofico, e dunque poesie a commento di pagine filosofiche, o filosofia a commento e integrazione di poesie? Nella nostra latitudine occidentale, storico-culturale, poesia e filosofia sembrano contrapporsi, quasi sfidarsi l’una con l’altra. È una questione di metodo, ma entrambe puntano a raggiungere la stessa meta, seppure per strade diverse: l’essenza dell’uomo, delle cose, dell’universo tutto, è avocato a sé dall’una e dall’altra.
Così in questo testo di Marina Petrillo, la filosofia o, meglio, la filosofia nella forma che più si avvicina alla poesia ovvero la metafisica, vira verso la poesia, e la poesia con forte sostrato di pensiero vira verso la metafisica, con puntate verso un territorio affine, la mistica.
A rendere più complesso l’impianto teoretico-poetico della raccolta, le varie incursioni in discipline e luoghi di pensiero apparentemente “altro”: la cabalà, i tarocchi, la matematica e la fisica, l’alchimia, l’esoterismo, il mito, i simboli nascosti o palesi, e tanto altro ancora, con una tale densità di materiali vari che possono disorientare e quasi perdere anche il lettore più avveduto e attento in un labirinto da cui non riesce più a districarsi o a liberarsi.
Petrillo tende con la sua poesia ad una “radicale trascendenza”, allo stesso modo del mistico; entrambi hanno tentato, infatti, di andare “oltre” la parola, in una latitudine di “puro nulla”, o “vero nulla” come lo chiamerebbero i buddhisti, dove giacerebbe il fondo primigenio di ogni espressione. Così infatti afferma: «L’indicibile è in quello spazio sottratto al nulla della parola che non trova espressione se non attraverso il suo opaco riflesso. La poesia tenta di abitare tale cono di ombra in luce, tracimando ciò che l’esperienza sensibile nega».
Nell’opera, dunque, ci troviamo chiaramente di fronte ad una ardita quanto potente operazione linguistica, o metalinguistica, che ella stessa definisce lucidamente come fosse: «Attitudine del poeta una sorta di transustanziazione linguistica». Per il poeta, dunque, la Parola è la quintessenza della poesia, volta addirittura a una sorta di transustanziazione poetica, ovvero una sorta di alchimia linguistica nascosta in ogni particella di parola poetica che il poeta usa, alla maniera di Novalis quando afferma: «Ogni parola è un incantesimo». sta in ogni particella di parola poetica che il poeta usa, alla maniera di Novalis quando afferma: «Ogni parola è un incantesimo».
Marina Petrillo è poeta ispirata, passionale, ora bardo, ora sibilla, ora un’invasata di Eleusi, profeta e sacerdotessa di antichi riti religiosi misterici: «Ho acquistato il delirio in un giorno di marzo» ammette candidamente. I suoi versi sembrano talora frutto di sogni o di giochi di un dio dispettoso, o di impalpabili dormiveglia dove la vita delle cose e dell’universo tutto sembrano a portata di mano, ma sempre inafferrabili, sempre un po’ più in là. Orizzonti larghi, spazi immensi, infiniti, si sposano a monadi di una piccolezza infinitesimale fino a sfiorare il nulla. Poesia che si nutre di pensiero, pensiero che si nutre di sogni, sogni che si materializzano in poesia fortemente evocativa.
La mente del lettore ne resta ubriaca, sconvolta, incapace talora di procedere lungo il cammino tracciato dal poeta, tra ombre e nebbie di parole da una parte e dall’altra una luce illuminante, accecante, che cerca di sciogliere quelle ombre e diradare quelle nebbie. Dove togliere il velo a quelle nebbie significa avere in dono una rivelazione che in quanto tale, e all’istante, si ri-vela, si vela di nuovo, in un gioco divinamente poetico di rincorrersi euristico infinito.
Una raccolta di tale compattezza che non si può citare un verso, o un pensiero o un rigo, avulso dal suo contesto senza tradire l’ispirazione stessa o le intenzioni vere del poeta.
Una raccolta poetica di tale densità e consistenza, di tale valore, e con un finale sconcertante e paradossale, disorientante e sconvolgente, da renderla davvero unica e preziosa nel panorama della poesia italiana contemporanea.
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FRANCESCO SOLITARIO

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