SAGGIO = GOZZANO CREPUSCOLARE
**Gozzano e la poesia crepuscolare
Di
Riccardo Renzi - (1
Su Gozzano in questi è stato scritto molto, anzi moltissimo, cosa si può ancora aggiungere su tale Poeta tanto rivoluzionario? Non sarà in questa sede che ci occuperemo della sua biografia, ma forniremo solo alcuni dati essenziali. Guido Gustavo Gozzano nacque a Torino il 19 dicembre 1883. Gozzano proveniva da una famiglia agiata. Dopo aver ottenuto la licenza elementare a Torino presso la sezione Moncenisio - la scuola del Cuore di E. De Amicis - nell'autunno del '95 si iscrisse al ginnasio Cavour, frequentandovi le prime due classi e trasferendosi per la terza a Chivasso. Lì conobbe Ettore Colla, anch'egli di Agliè (1883-1936). Attraverso i loro scambi epistolari è possibile scoprire il carattere del giovane poeta. Nell’aprile del 1900 perse il padre per una polmonite doppia. In questo periodo, probabilmente per il grave lutto, poco eccelse a scuola. L'anno dopo, infatti, non avendo superato a ottobre l'esame di greco, passò a un istituto privato specializzato in corsi di recupero. Nel 1902 si presentò per l'ammissione alla terza presso il liceo d'Azeglio, per concludere poi gli studi a Savigliano, nel 1903, ospite del locale convitto civico. Nel 1904 si iscrisse alla torinese facoltà di legge, senza mai conseguire il titolo.
Morì giovanissimo, senza aver compiuto neanche 33 anni. La tisi gli si manifestò per la prima volta nel 1907 e lo accompagnò per il resto della vita. Ma questo male albergava in lui ormai da anni, tant’è vero che alla visita militare per il servizio di leva, egli fu riformato(2 . Il giudizio sulla sua opera non può assolutamente prescindere da tutte queste significative premesse. Le fotografie dell’epoca ci restituiscono un Gozzano dal volto ossuto e dolente, una pelle sottile e tesa, un naso sottilissimo e affilato, un collo assai esile, sempre racchiuso in un alto colletto. Anche la sua immagine sul letto di morte lo rispecchia pienamente. Quella di Gozzano è una magrezza dolorante e dolente, causata dalla malattia. Le uniche foto che lo ritraggono differente sono quelle relative al periodo infantile, prima che la malattia lo colpisse.
Carducci, Pascoli e D’Annunzio segnano il punto di partenza da cui origina la lirica gozzaniana, che però, in beve tempo, evolverà in altro . Lessico, stile e linguaggio del poeta riecheggiano un passato vicino a Carducci, Pascoli e D’Annunzio. Segnatamente nelle prose, D’Annunzio è quantomai presente. Ma Gozzano fu in primis l’emblema della poesia crepuscolare. Andando a scomodare il grande Gianfranco Contini, egli di Gozzano (4 e la poesia crepuscolare scrisse: «Attualmente con “crepuscolare” non si allude più a una situazione storica, ma a una tonalità, e in sostanza a un inventario di oggetti poetici. Modalità, questa, introdotta da Gozzano» . Gozzano non fu però da solo in tale esperienza, fu accompagnato da Marino Moretti, Sergio Corazzini, Aldo Palazzeschi, Fausto Maria Martini e Corrado Govoni . Va però sottolineato, come anche accennato in precedenza, che la prima parte della produzione gozzaniana è caratterizzata da testi pienamente ascrivibili alla più autentica atmosfera decadentista. In tal senso, non possiamo non sottolineare titoli emblematici di molte liriche, dalla raffinata tinta latineggiante, come Suprema Quies. Il Poeta però si rese ben presto conto dell’ormai avvenuta rottura di quel fortunato connubio tra vita e letteratura che in passato aveva garantito una continua spirale sublimante e per l’una e per l’altra. A tal proposito ci sovvengono in ausilio le parole di Sanguineti: «Egli prende coscienza della separazione tra la vita e la letteratura, del divorzio tra la prosaica realtà attuale e il sublime artistico del passato, quale è patita, a giudizio del poeta, nel mondo moderno. Senza più illusione e senza più speranza, ormai sappiamo che la vita è una cosa e la letteratura un’altra, e dobbiamo saperlo […].la coscienza del distacco da ogni forma di passata bellezza, che è poi il distacco da una vita bella e autenticamente appassionata, che l’arte poteva onestamente rappresentare nei suoi modi nobili e sinceri» .
Fu proprio questa presa di coscienza, di cui ci parla il grande critico letterario, a permettere la nascita di un altro Gozzano, quello crepuscolare e tenacemente antidannunziano. A questo punto si rivela necessario chiamare in causa alcuni dei versi tratti da una poesia non presente in alcuna raccolta, ma fondamentale per capire quanto Gozzano fosse consapevole dell’avvenuta metamorfosi da pedissequo imitatore e discepolo dannunziano in qualcosa di diverso, non ancora pienamente formato :
«L’Iddio che a tutto provvede
poteva farmi poeta
di fede; l’anima queta
avrebbe cantata la Fede.
Mi è strano l’odore d’incenso,
ma pur ti perdono l’aiuto
che non mi desti se penso
che avresti anche potuto,
invece di farmi gozzano,
un po’ scimunito, ma greggio,
farmi gabrieldannunziano:
sarebbe stato ben peggio!» .
Il Poeta comprende immediatamente di non far più parte delle fila dei decadenti, di non essere più discepolo del Vate, ma di esser divenuto qualcosa di altro. Con l’allontanamento da D’Annunzio, Gozzano inizio a saggiare più massivamente altre fonti, quali Dante, Petrarca e Leopardi, ma anche molti nomi al di fuori dalla nazione, Laforgue, Rodenbach, Maeterlinck, Verhaeren, Verlaine e Baudelaire.
Gozzano con il suo allontanamento dalla poesia decadentista e la sterzata crepuscolare sancì un punto di non ritorno per la lirica italiana. Ed allora ecco, dopo la parentesi gozzaniana, l’ondata misteriosa, i ritmi scarni, la lirica dolente della grande poesia di Cardarelli, Saba, Ungaretti, Quasimodo e Montale. Senza Gozzano sarebbe impossibile contestualizzare la loro poetica.
== RICCARDO RENZI
***
1-Istruttore direttivo della Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo.
2-L. Lugnani, Guido Gozzano, Firenze, La nuova Italia, 1973, p. 32.
3-A. crepuscolare: saggi sulla poesia italiana del '900, Firenze, La Nuova Italia, 1977, p. 21.
4 E. Sanguineti, Guido Gozzano: indagini e letture, Torino, Einaudi M. De Luca, Guido Gozzano e le origini della lirica crepuscolare, in Irpinia, rassegna di cultura: rivista mensile illustrata del Corriere dell'Irpinia, Anno 2, n. 6 (giu. 1930), pp. 39-54.
5- G. Contini, Letteratura dell’Italia unita 1861-1968, Firenze, Sansoni, 1968, p. 635.
6- N. Tedesco, La condizione crepuscolare: saggi sulla poesia italiana del '900, Firenze, La Nuova Italia, 1977, p. 21.
7- E. Sanguineti, Guido Gozzano: indagini e letture, Torino, Einaudi, 1975, p. 67.
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